Regione Emilia Romagna compra palazzi ma non li usa e ci perde. Esposto

Regione Emilia Romagna spende 22 ml per due palazzi e risparmiare sulle spese. Ma non li utilizza e ci perde. Facci e Marchetti (Lega) esposto alla Corte Conti

di Antonio Amorosi
Politica
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Spending review all’emiliana? Diventa un caso la spending review alla “rovescia” dell’Emilia di Bonaccini

Un esposto di due consiglieri della Lega, l’avvocato Michele Facci e Daniele Marchetti, giace da qualche settimana sul tavolo della Corte dei Conti dell’Emilia Romagna.

La Regione nel 2015, guidata da Stefano Bonaccini, per razionalizzare la spesa pubblica (la fantomatica spending review) decide di acquistare due complessi immobiliari di pregio storico-culturale e di proprietà della Ausl di Bologna, Palazzo Ratta-Pizzardi in via Castiglione e Villa Aldrovandi Mazzacorati in via Toscana (villa tardo settecentesca con parco): costo complessivo € 22.269.000 circa.


 

“Con l’acquisizione delle unità immobiliari sopra descritte si otterrà una riduzione permanente dei costi per le locazioni passive della Regione Emilia-Romagna, dando continuità alla destinazione d’uso annessa alla sanità pubblica”, recita la delibera che i due consiglieri allegano al copioso esposto mandato agli enti di controllo contabile.

Nelle due sedi acquistate la Regione avrebbe trasferito gli uffici dell’Assessorato alle Politiche per la Salute e l’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali (ha tre sedi a Bologna), in quel momento collocate in altri luoghi a Bologna.

La Giunta regionale quantificava il risparmio in complessivi annui € 3.142.732,50. Ma al momento della discussione in commissione regionale l’operazione solleva le perplessità proprio di Marchetti, uno degli autori dell’esposto e già consigliere in quel momento e di altri due consiglieri d’opposizione, Galeazzo Bignami e Tommaso Foti. Ma l’operazione si realizza lo stesso.

Ora sia l’Assessorato alle Politiche per la Salute della Regione che l’Istituto per i beni artistici sono rimasti dove erano prima e la Regione “continuava a mantenere a bilancio i costi per le locazioni delle sedi Ibacn e dell’Assessorato alla Salute di v.le Aldo Moro 21”, scrivono i due consiglieri.

Non solo. Il nuovo piano regionale di razionalizzazione degli spazi per il triennio 2018 - 2020 neanche menzionava i due palazzi acquistati, Palazzo Ratta-Pizzardi e Villa Aldrovandi Mazzacorati.

I due dell’opposizione allegano nell’esposto anche “il contratto di locazione per gli uffici di viale Aldo Moro 21 rinnovato, al canone annuo di € 2.074.000” sede dell’Assessorato e “il contratto di locazione delle due sedi del Ibacn” a Bologna per “82.707,92 e 409.279,08 euro di canone annuo”. Una terza sede dell’Ibacn, sempre a Bologna, viene invece dismessa con risparmio sul canone di 73.000 euro annui.

E’ previsto che l’Ibacn si sposti a Villa Mazzacorati, una delle due sedi acquistate, ma solo dopo una manutenzione straordinaria della struttura del costo di 12 milioni di euro!

Quindi a fronte di una spesa di 22 milioni e di altri 12 prevedibili il risparmio di 3,1 milioni annui circa non si è visto.

E dulcis in fundo, dai documenti che i due leghisti portano all'attenzione della Corte dei Conti, il canone stipulato e percepito dalla Regione dal 2017 al 2021 dagli attuali occupanti (che sono l’Ausl in un caso e da Ausl e Comune di Bologna nell’altro), sarebbe molto più basso di quanto stimato nel 2015 dal perito interpellato. Questo profilerebbe un ulteriore danno erariale.

“Siamo di fronte ad una gestione disastrosa della finanza pubblica”, spiega l’avvocato Facci ad Affaritaliani.it: “Spendendo milioni di euro la Regione ha acquistato immobili senza alcun beneficio per la collettività e allo stesso tempo c'è anche la mancata riscossione dei canoni dovuti. Siamo stati costretti a rivolgerci alla Corte dei Conti per un fatto clamoroso che non può finire nell’indifferenza”.