Renzi: "Casellati difendimi dai pm". Grillini-Travaglio bersagli della Bestia

Lettere alla Casellati, email di amici che vogliono lanciare una nuova "bestia" contro gli avversari politici, presunte sponsorizzazioni "fiume" su Facebook

Politica
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Renzi e quella lettera del 7 ottobre alla Casellati per essere difeso dai pm

Lettere alla Casellati, email di amici che vogliono lanciare una nuova "bestia" contro gli avversari politici, presunte sponsorizzazioni "fiume" su Facebook per piazzare i post. Anche domenica i giornali si concentrano molto su Matteo Renzi. A partire, come sempre, da Il Fatto Quotidiano, che a pagina 2 pubblica il testo di una lettera inviata dal senatore al presidente del Senato Elisabetta Casellati. "I magistrati che nell ’ambito del procedimento penale”. I magistrati della Procura di Firenze depositando le conversazioni in cui era presente anche l’ex premier hanno violato le guarentigie costituzionali del parlamentare”. È con queste parole, scrive il Fatto, che il 7 ottobre scorso Renzi ha chiesto a Maria Elisabetta Alberti Casellati di “porre in essere tutte le azioni a tutela dei diritti del parlamentare”.

Martedì in Giunta per le immunità si discute del caso Renzi

La presidente del Senato ha deferito la questione alla Giunta per le immunità del Senato "che proprio martedì entrerà nel vivo: dopo le 20 in Giunta, nonostante l’ora, è previsto il pienone perché si comincerà a discutere della richiesta inoltrata da Renzi a Casellati", scrive il quotidiano. "Non si tratta di una utilizzazione parcellizzata e disconnessa dalla posizione dei parlamentari, ma di una utilizzazione che ha evidenti ed inequivocabili incidenze sulla loro posizione nell'ambito del procedimento penale e delle relative indagini”, scrive ancora Renzi nel messaggio inviato a Casellati, secondo quanto riporta il Fatto.

Quella mail di Rondolino per colpire grillini e avversari politici

In attesa dell'appuntamento di martedì, il Corriere della Sera parla invece del caso della mail di Fabrizio Rondolino, allora consigliere dell'ex premier, poco dopo la sconfitta al referendum del 2016. "Nella mail,il giornalista già portavoce di D’Alema e in quei mesi tra i consiglieri di Renzi, prospettava l’ipotesi di costituire una piccola e combattiva redazione dedita alla «character assassination», per colpire gli avversari", scrive il Corriere della Sera. "Leader grillini soprattutto, ma anche il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio. Il tutto su un sito costruito appositamente, con un server estero non sottoposto alla legislazione italiana e non riconducibile al Partito democratico o a Renzi. Meme, vignette, card per i social e una rete di fake perrilanciarle".

"Macchina del fango alla renziana": ecco i bersagli

Spiega ancora il Corriere, datando l'avvenuto il 7 gennaio 2017: "Sarebbe nato allora, con Renzi «agonizzante», un confronto su come risalire la china, fino a prospettare la costruzione di una macchina del fango, convinti di essere stati pagati in precedenza con la stessa moneta. Di qui la mail di Fabrizio Rondolino, inviata da un account criptato e intitolata «Tu scendi dalle stelle». Il sottotitolo era meno criptico: «Appunti sulla propaganda antigrillina». Due giornalisti d’inchiesta, un investigatore privato, il tutto per un costo medio-alto".

Il Corriere della Sera fa anche i nomi di chi sarebbero dovuti essere i bersagli: "Con lo scopo di diffondere notizie, indiscrezioni, rivelazioni mirate a distruggere la reputazione e l’immagine pubblica degli avversari. Come bersaglio, indicati i nomi di Grillo, Di Maio, Di Battista, Fico, Taverna, Lombardi, Raggi, Appendino, Davide Casaleggio. Si proponevano messaggi ironici e strafottenti che ridicolizzino questa o quella proposta, dichiarazione, personaggio. Ma anche «inchieste giornalistiche documentate ovvero, secondo lo stile del Fatto, allusiveeintrinsecamente diffamanti»".

"La Bestia renziana si ispirava a Trump"

Su La Verità, invece, si sostiene che quella che viene definita "Bestia renziana" sui social si ispirasse a Trump. "Il gruppo di social media spendeva oltre duemila euro al giorno per la propaganda: a pagare era Open". L'obiettivo era piazzare i post a un pubblico il più ampio possibile.