Renzi cita Sciascia contro Conte. Al leader M5S è andata pure bene...
S'infiamma la campagna elettorale
Matteo Renzi si lamenta di Giuseppe Conte che lo ha invitato a Palermo senza scorta. Lo chiama “Mezz’uomo” citato il Giorno della civetta di Sciascia
Sale al calor bianco il livello della campagna elettorale. Dai social Matteo Renzi attacca:
«Quando uno dice 'andiamo a fare la campagna elettorale e portiamo quelli con il reddito di cittadinanza' è un voto clientelare, di scambio».
E poi ancora:
“Conte ha detto che devo andare a Palermo senza scorta. Cosa stai facendo Conte? Stai minacciando? Ti devi vergognare, Giuseppe Conte sei un mezzo uomo».
Una nota di Italia Viva ha precisato successivamente:
“Il senatore Matteo Renzi ha telefonato alla ministra degli interni Luciana Lamorgese per esprimerle il vivo disappunto per le dichiarazioni minatorie rilasciate oggi da Conte ad Agrigento in vista della visita a Palermo di domani. Da qualche ora i social di Renzi sono letteralmente subissati di minacce di morte e violenza fisica. Renzi ha dunque chiesto particolare attenzione all’ordine pubblico per l’evento pubblico di domani a Palermo”.
In effetti il livello di queste ultime fasi elettorali è veramente basso e denota una preoccupante mancanza di idee e contenuti.
Renzi parla di vulnus alle istituzioni ed accusa ulteriormente Conte di parlare come Donald Trump, che incitava i suoi ad attaccare Capitol Hill, la sede del Congresso Usa.
In effetti le parole di Conte suonano minacciose, soprattutto in una terra, quella siciliana, ed in una città, quella di Palermo, in cui si sono prodotte ferite ancora non rimarginate nella memoria storica e collettiva dell’Italia.
Si pensi solo all’omicidio di Piersanti Mattarella o alla fine di Falcone e Borsellino. Conte ha utilizzato un linguaggio che ricorda più che Donald Trump quello del presidente rumeno Ion Iliescu, leader del Fronte di salvezza nazionale (Fsn), che prese il potere dopo la fine del regime di Ceausescu. Nel 1990 Iliescu richiamò a Bucarest i minatori schierati insieme alla polizia per reprimere i moti di protesta contro il suo governo.
Detto questo Renzi è fiorentino e ricorda un celebre calciatore che giocò proprio nella squadra viola ai tempi dello scudetto del 1969, Luciano Chiarugi, noto come “cavallo pazzo” (segnava spesso direttamente da calcio d’angolo) e famoso per essere uno dei più grandi “cascatori” in area di rigore del calcio italiano di tutti i tempi.
In un ideale dizionario linguistico del calcio si potrebbe trovare la voce:
“Chiarugismo: l’arte di cadere in area dopo ogni blando contatto alla ricerca del rigore”.
Ora, in effetti, la provocazione di Conte non è stata esattamente “blanda” però c’è da dire che Renzi non si è certo, da quel consumato attore che è, fatto sfuggire l’occasione ed appena Conte lo ha “toccato” è andato “per le terre”, continuando il paragone calcistico.
Non solo è caduto in area di rigore ma si è diretto come un fulmine verso l’arbitro e cioè il ministro dell’Interno Luciana (casualmente si chiama come Chiarugi al femminile) Lamorgese chiedendo non solo il rigore, forse sacrosanto, ma anche l’espulsione immediata dell’avversario dal campo.
Non possiamo esimerci poi da un commento sul termine “mezz’uomo” utilizzato da Renzi e che fa dotto riferimento ad un brano di Leonardo Sciascia tratto da Il giorno della civetta in cui il padrino mafioso Mariano parla al capitano Bellodi e presenta la sua personale scala di valori:
«Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre. Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo.»
Dunque dopo tutto a Conte è andata bene. Nella scala di valori umani di Sciascia Renzi lo pone - forse non sapendolo - come “mezzo uomo” e quindi abbastanza in alto e cioè al secondo posto su cinque livelli. Poteva andargli peggio.