Renzi, Conte, Schlein, Calenda: l’Unione post-prodiana destinata a ricadere?

La sinistra del 2024 sta forse riesumando l’Unione prodiana che andava dall’UDEUR di Mastella alla Rifondazione Comunista di Bertinotti passando per la cattolica Bindi?

Di Luigi Trisolino *
da sinistra a destra: Elly Schlein, Giuseppe Conte, Matteo Renzi, Carlo Calenda
Politica

Renzi, Conte, Schlein, Calenda: l’Unione post-prodiana destinata a ricadere?

Ho visto Renzi che bacia Schlein, che bacia Conte, che non bacia Renzi. Si tratta di nuovi amori o solo di abbagli politici estivi per larghe intese e grasse utopie, nella casa più divorzista d’Italia? Parliamo della casa del centrosinistra, di oggi come ieri. Accanto alla canzone di Annalisa sui baci, però, occorre ricordare la canzone di Laura Pausini: “Strani amori”! Sì, perché è proprio strano sciogliere il rebus d’alleanze in cui Matteo Renzi vuole il campo largo con il PD della Schlein, la quale è in buone intese con il Movimento 5 Stelle di Conte, il quale invece non vuole proprio stare in un campo largo con Renzi.

L’unico campo dove attualmente l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte vuole stare con Matteo è il campo di calcio, come nella partita tra politici e cantanti. Ogni altro campo è troppo stretto per Giuseppe e Matteo. Specifichiamo: Matteo Renzi; con l’altro Matteo della Lega Conte ci è stato nel suo esordio in politica nel 2018. A non voler proprio scendere in campo, di fatto, nel calcio come nelle alleanze politiche, è Calenda, che non è a prescindere contrario ad un’alleanza allargabile, ma per le elezioni regionali alle porte specifica già che non accetta un candidato presidente pentastellato.

Mal di pancia, insomma, nella saga della sinistra (o pseudo-tale) d’Italia. Nulla di nuovo dimora politicamente sotto il sole. Il pugno chiuso non va più di moda, e c’è chi come la Schlein dal rosso cigiellino passa al fucsia facendo da perno tra il renzismo e il contismo. Ma apri e chiudi, apri e chiudi, e il pugno diventa un saluto: allora ciao, unità a sinistra! Il campo largo è già minato da insidie ancor prima di tracciare i confini.

Renzi aveva sbandierato l’idea di un referendum per abolire il reddito di cittadinanza, così come esso era stato istituito nella prima ora.

Ad istituirlo fu Conte, alleato perfetto attuale della Schlein, la quale invece per unire Renzi e Conte – al di fuori del calcio – dovrà far passare qualche mal di testa a Landini, che ha lanciato la raccolta firme contro il Jobs Act di Renzi e tra le cui firme d’onore risulta sbandierata proprio quella della Schlein. Il rebus politico può durare all’infinito, e oltre! Alla fine della carreggiata, al di là di ogni ragionevole sorriso, resterà l’amarezza tra i cittadini affezionati alla sinistra: un altro punto in più per la destra liberale? Pur tra i vari punti di divergenza il centrodestra converge senza problemi in un’area e mai in un’arena fratricida, garantendo stabilità agli elettori, che attendono la realizzazione delle riforme annunciate nel programma riformista del governo Meloni. La sinistra del 2024 sta forse riesumando l’Unione prodiana che andava dall’UDEUR di Mastella alla Rifondazione Comunista di Bertinotti passando per la cattolica Bindi? La sinistra new age per far fuori la Meloni sta unendo i bolscevichi e i menscevichi dell’oggi, come quando per far fuori Berlusconi nel 2006 – salvo poi renderlo vittorioso già nel 2008 – univa, con fatica, anime che passavano più tempo a tracciare differenze con gli alleati piuttosto che a sviscerare alternative?

E non tocchiamo il tasto bollente del rapporto tra Renzi e Calenda, tasto personalistico che diciotto anni fa non c’era. È agosto, fa già caldo così.

*Giornalista, Specialista legale della Presidenza del Consiglio dei ministri, dottore di ricerca in “Discipline giuridiche storico-filosofiche internazionali”, avvocato e scrittore

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