Renzi-Mancini, altro che complotto: ecco le carte che sbugiardano l'ex premier

La Verità pubblica gli atti dell'inchiesta che eliminano ogni dubbio: non c'era nessun disegno per incastrare l'ex premier

Politica

Renzi-Mancini, nessun complotto dei servizi segreti

Brutta botta per Matteo Renzi e la sua convinzione di essere al centro di una trama ordita dai servizi segreti. La Verità di oggi 15 gennaio pubblica gli atti dell'inchiesta istruita in seguito alla puntata di Report di Raitre. Durante la trasmissione, infatti, vennero mostrate le immagini realizzate da una professoressa, all'Autogrill di Fiano Romano, in cui Matteo Renzi incontrava lo 007 Marco Mancini. Si tratta di 13 foto e due video, rispettivamente di 24 e 29 secondi. L'ex premier ha sempre dichiarato che non poteva essere una casualità che la donna avesse realizzato quelle riprese.

In realtà, gli atti dell'inchiesta chiariscono che non ci fu nessun disegno. Il 23 dicembre del 2020, il traffico telefonico della donna era del tutto normale, con contatti con i genitori, il marito e una collega. Non solo: la donna ha dichiarato di essere stata "molto incuriosita dalla particolare situazione a cui assistevo… da semplice cittadina, innegabilmente curiosa sono rimasta profondamente colpita da questo singolare episodio… ci tengo a precisare però che ho ritenuto di effettuare le riprese e le fotografie del senatore Renzi mentre dialogava con il suo interlocutore perché ho intuito il rapporto pubblico e non meramente privatistico che univa i due soggetti: di cui l’uno era uno dei massimi leader politici italiano e l’altro un personaggio munito di scorta e auto di servizio". Come ribadisce anche il suo avvocato, Giulio Vasaturo, la sua assistita avrebbe assunto "consapevolmente il ruolo di 'fonte giornalistica'". 

C'è poi da dire che la divulgazione delle immagini non è stata immediata, ma ha richiesto quattro mesi di tentativi andati a vuoto. Il primo con un blogger della città, nel nord del Lazio, in cui risiede la donna, che però non riconosce Mancini. Poi con il Fatto Quotidiano, ma la mail del 31 dicembre del 2020 non viene letta dalla redazione. Ci vogliono dunque più di 100 giorni per entrare in contatto con Sigfrido Ranucci, il quale durante una puntata di Report pubblica un servizio che attira l'attenzione della professoressa. "Nel corso della puntata ho visto un servizio dedicato alla figura di tale Gianmario Ferramonti, in cui si ipotizzava che lo stesso avesse mandato dei messaggi all’onorevole Maria Elena Boschi, figura di punta del partito di Matteo Renzi per promuovere una sorta di complotto, almeno così mi era sembrato di capire dal tenore del servizio per favorire la caduta del governo Conte bis", dice nel verbale dell’8 novembre scorso. La donna scrive quindi due messaggi a Report su Messenger tra le 13.27 e le 13.37, in cui spiega il motivo per cui si era fermata all’autogrill per 40 minuti, cioè per consentire al padre di andare al bagno. E dopo aver descritto la scena che gli si è presentata davanti, la prof spiega di aver inviato il materiale "ad altre redazioni, che non mi hanno risposto". E poi conclude: "Dopo pochi giorni dall’incontro di Renzi con questo tipo è caduto il governo… io non credo sia una coincidenza… con affetto una vostra spettatrice e ammiratrice per il lavoro che svolgete".

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