Renzi: "Ora un polo del buon senso". Casini: "Da Letta a Calenda uniti"

I centristi provano a organizzarsi attorno a Draghi. L'ex premier teste al processo Consip il 10 ottobre

Matteo Renzi 
Politica
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Renzi: "Serve polo del buon senso con chi sa fare le cose"

"Farei un Polo del buon senso, mettiamo al centro chi sa fare le cose, un polo del buon senso è quello che serve all'Italia contro chi vorrebbe uscire dall'euro o contro chi banalmente ha mandato a casa l'Italiano più stimato di tutti, i populisti che hanno fatto fuori Draghi che tutta l'Europa apprezzava con passione". Lo ha detto Matteo Renzi parlando al Tg1, tesi poi ribadita in un'intervista pubblicata oggi su La Stampa. Renzi non condivide la scelta del Partito democratico di escluderlo dalla coalizione. "Secondo me un Polo del buonsenso, lo chiamerei così, contribuirebbe a portare ad una coalizione più vasta, molti più di quindici seggi.Per questo non capisco la scelta dem. Ho l’impressione che non abbiano studiato bene la legge elettorale. Ma contenti loro, contenti tutti".

Il leader di Italia Viva non risparmia una critica al Pd: "Il Pd è responsabile di aver creato il mito di Conte come uomo di sinistra e aver dipinto i grillini come compagni progressisti. Oggi lorsignori hanno mandato a casa Draghi e il Pd fischietta. Ai tempi della Prima Repubblica un gruppo dirigente che ha sbagliato tutto almeno organizzerebbe un congresso per discutere di linea politica", dice a La Stampa.

Casini: "Basta personalismi, area larga da Calenda a Letta"

Anche Pierferdinando Casini fa eco a Renzi in un'intervista a il Corriere della Sera. "Qui non si tratta di strumentalizzare Draghi, né di fare partiti pro Draghi, con o senza di lui, sono tutte alchimie che hanno avuto poco successo in passato. Ma le forze che si sono riconosciute nel programma del premier ritengo che oggi siano chiamate a superare i loro personalismi e a creare un’area ampia di riformismo che vada da Letta a Renzi, da Speranza a Calenda, perché l’emergenza in cui ci troveremo nei prossimi mesi si affronta solo così, mettendo al centro gli obiettivi dell’Italia in una coalizione che non so se possa vincere, ma che certamente può dare prova di serietà", dice Casini al Corriere della Sera.

Tornando a Renzi, invece, l'ex premier sarà teste al processo al padre Tiziano. Lo riporta il Fatto Quotidiano, che spiega come Renzi è stato convocato in tribunale a Roma il prossimo 10 ottobre. "A quel processo, Matteo Renzi è totalmente estraneo, vi è coinvolto invece il padre Tiziano, che si ritrova imputato con altri con l’accusa di traffico di influenze illecite sulla gara FM4 indetta in passato dalla stazione appaltante", dice il Fatto.