Rete unica, Gasparri ruba la scena a Urso e Butti. Tornerà ministro? Inside

Gasparri vuol tornare a fare il ministro delle comunicazioni?

Di Alberto Maggi
Maurizio Gasparri
Politica

Gasparri si è preso la scena al convegno "Piange il telefono. Dal caso Blu alla crisi di Tim"

Erano gli anni 2001-2005, quelli del Governo Berlusconi II, e Maurizio Gasparri, allora rappresentante di Destra protagonista all'interno di An, ricopriva il ruolo di potente ministro delle Comunicazioni. La legge che porta il suo nome segnò il futuro del sistema televisivo.

Oggi Gasparri, vicepresidente del Senato in quota Forza Italia, forse ha nostalgia di quel ruolo strategico e ieri ha mandato un segnale forte e chiaro. Con un convegno promosso presso la biblioteca del Senato, si è preso la scena in una partita chiave per lo sviluppo del Paese. Lui si è limitato a fare il padrone di casa e le cose le ha fatte dire a Vito Gamberale, ingegnere meccanico che ha lasciato il segno in Autostrade, Telecom e F2i.

Che la partita chiave per lo sviluppo del Paese oggi sia lo sviluppo della rete delle tlc (unica? statale? federata?) è lapalissiano, tant'è che lo Stato ha dedicato 50 miliardi (!) del Pnrr alla digitalizzazione e innovazione del Paese. E senza infrastruttura tutto il resto è noia. Ancora una volta un asset cruciale è spezzettato tra le competenze del sottosegretario all'innovazione Alessio Butti, del ministro del Made in Italy Adolfo Urso e di chi ha in capo la cybersicurezza della nazione. 

Una soluzione certa non si vede all'orizzonte. E così il convegno dal titolo "Piange il telefono. Dal caso Blu alla crisi di Tim" si è preso il lusso di dire che lo stallo non è più sostenibile, che il Governo dovrebbe dare un indirizzo chiaro, che la presenza di fondi americani e australiani non sarebbe opportuna, che le grandi piattaforme, gli Over the top, dovrebbero contribuire una volta per tutte a pagare per l'infrastruttura che sfruttano, in nome del fair share. Questo e tanto altro. 

Una sorta di programma di Governo snocciolato davanti a tutti i rappresentanti delle compagnie telefoniche, ma anche a ben tre membri di Agcom e dell'ex presidente Cheli, con la presenza online del direttore della Dg Connect, Roberto Viola, l'uomo che in Europa può fare la differenza. Anche per la missione impossibile di ridurre quella presenza eccessiva di operatori che, in Italia, ha sì garantito tariffe basse per gli utenti ma sta strozzando le compagnie, causando perdita di posti di lavoro e limitando gli investimenti. 

Gasparri gestì in modo esemplare il caso Blu. E' la sua ricetta per l'affaire Tim?

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