Cartabia, Pm costretti a maratone. Atti inutilizzabili se tardano il deposito

L'intervista al procuratore della Repubblica di Brindisi, Antonio De Donno: "Il cittadino deve querelare per manifestare la volontà punitiva"

di Fabiana Agnello
Politica

Riforma Cartabia, parla il capo della procura di Brindisi: “Il cittadino deve querelare per manifestare la volontà punitiva”

Vi sono dei reati che prima erano procedibili solo d’ufficio. Oggi dopo querela, in quanto il cittadino deve manifestare la volontà punitiva”: il procuratore della Repubblica di Brindisi, Antonio De Donno, spiega alcune norme introdotte dalla cosiddetta riforma Cartabia in vigore ormai dall’inizio dell’anno, rivolgendosi soprattutto ai cittadini.

Tuttavia, il capo della procura di Brindisi solleva un quesito: “La persona offesa se non ha saputo del furto dell’auto e quindi non è nelle condizioni di proporre querela, cosa facciamo? La legge delega prevede che ci sia la possibilità di modifiche nel prossimo biennio e che quindi il legislatore possa intervenire per modificare alcuni istituti.” Dunque, tra le varie norme introdotte dalla riforma Cartabia, c’è quella che allarga le fattispecie procedibili solo dopo la querela della persona offesa e tra queste, oltre al furto, troviamo le lesioni personali, il sequestro di persona non aggravato, la violazione di domicilio, la truffa, la frode informatica e l’appropriazione indebita: “Tutti reati per cui la vittima deve sporre querela se vuole metterci nelle condizioni di individuare il colpevole e punirlo.” Ebbene, se da una parte alcuni pubblici ministeri criticano il rischio di impunità per reati come i borseggi, frequenti nelle città più turistiche, perché la vittima non perderebbe tempo a sporre querela per godersi la vacanza, dall’altra c’è chi ritiene che la riforma abbia velocizzato i tempi dei processi e aiutato gli uffici giudiziari a smaltire gli arretrati.

Riforma Cartabia, tutte le novità del processo penale

“Quella Cartabia è una riforma a tutto campo che investe ogni aspetto del processo, dal momento di apertura del procedimento penale alla fase successiva al passaggio in giudicato della sentenza, oltre ad incidere su alcuni rilevanti aspetti di diritto sostanziale e ciò richiede un’approfondita analisi e integrazione anche sotto il profilo delle attività di indagine che si vuole si completino nei tempi della legge. Impone modelli organizzativi e di gestione delle indagini diverse e bisogna adeguarsi alle esigenze, come la polizia giudiziaria deve adeguarsi ai nuovi meccanismi, soprattutto quando le attività sono particolarmente complesse e l’informativa finale laboriosa, come per esempio nei maxiprocessi con intercettazioni ambientali.”

Riforma Cartabia, arriva la stretta sui ritardi nell'iscrizione della notizia di reato

Poi il procuratore focalizza l’attenzione “sull’obbligo di iscrizione del tempo della notizia di reato e ci sono dei tempi tecnici da rispettare come la lettura degli atti. Ogni giorno ne arrivano una decina e bisogna esaminarle e leggerle, stabilire i tipi di reato e le persone per cui si procede. Si tratta di un’attività  complessa che richiede l’inserimento nelle banche dati.” La riforma che prende il nome dall’ex ministro Marta Cartabia, inoltre, tocca il rapporto tra sanzioni ed esecuzione delle stesse, alcuni dei contrappesi esistenti tra le parti del processo, il senso stesso della sanzione penale affiancandole per la prima volta i percorsi della giustizia riparativa e sancisce l’inizio dell’era del processo penale telematico. “La novità della riforma è che se c’è ritardo negli atti il giudice dispone la retrodatazione e questo rende inutilizzabili i dati raccolti prima. Quindi è importante che la polizia giudiziaria rispetti i tempi dettati dalla legge.”

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