Riforma Giustizia? La Cartabia abbraccia proposta del giudice Socci su Affari

Vince la proposta di Socci su Affari: norma transitoria con piú tempo per i processi, poi a regime. Se approvata la riforma è valida per i processi in corso.

di Antonio Amorosi
Marta Cartabia
Lapresse
Politica
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Norma transitoria con piú tempo per i processi, poi a regime. La Riforma Cartabia si applicherà così, come proposto il 23 luglio scorso su Affaritaliani.it dal giudice della Suprema Corte di Cassazione Angelo Maria Socci: “Possiamo stabilire che fino a quando la macchina giudiziaria non va a regime ha dei tempi più dilatati per poi riportarla a 2 anni per l’Appello e 1 per la Cassazione... possiamo prorogare gli anni in attesa che tutto vada a regime ”. 

E così è andata, sciogliendo i nodi che facevano confliggere la composita compagine governativa.

Per i primi 3 anni fino al 31 dicembre 2024 la Riforma Cartabia prevede dei tempi più lunghi di quelli inizialmente annunciati: 2anni per celebrare il processo d'Appello, un anno per quello in Cassazione.

Fino al 2024, se l'Appello non si celebra entro 3 anni o se non si va in Cassazione a processo presso la Suprema Corte entro un anno e 6 mesi, salta il processo con un nulla di fatto.

E' stabilito però che sulle tempistiche ci possa essere una possibile proroga del giudice: fino a 4 anni per l'Appello e fino a 2 anni per la Cassazione. Il discorso è valido per ogni tipo di processo ordinario. Le proroghe dovranno però essere motivate dal giudice ogni volta, andando nel merito del caso e questi potrà farlo una sola volta. Contro la proroga si potrà ricorrere in Cassazione.

Dal 2025 si andrà poi a regime, come prospettato dal giudice Socci su Affari: in Appello il processo non dovrà superare i 2 anni, in Cassazione un anno più la possibile proroga di 6 mesi. Conclusi i 3 anni si andrà a regime: 2 anni e un anno, rispettivamente per Appello e Cassazione.

La prescrizione si applica in modo retroattivo visto che la nuova norma prevede una condizione più favorevole per la persona processata. In sostanza per i processi attualmente in corso si applica l'articolo 2 del codice penale, retroattivo se favorevole. E' poi anche possibile che la Corte Costituzionale elimini la fattispecie della norma transitoria per lo stesso principio: la norma se favorevole al reo si applica sempre in modo retroattivo.

In sostanza se i procedimenti sono già pervenuti davanti a un giudice d’Appello o alla Corte di Cassazione, i termini massimi di durata del processo decorrono dalla data di entrata in vigore della legge che introduce la nuova ipotesi di improcedibilità.

Il governo punta all'approvazione della norma entro martedì prossimo. Dopo l'ok da tutta la maggioranza in commissione Giustizia della Camera, la riforma penale andrà in Aula a Montecitorio lunedì prossimo. Molto probabile che il governa richieda sulla riforma il voto di fiducia che potrebbe arrivare la sera di lunedì stesso, ci fanno sapere da Montecitorio. Martedì la riforma andrà in Senato, anche qui con tempistiche strettissime e una richiesta di serrare le fila tra la maggioranza.