Russia-Ucraina, "documento del 1991 smentisce la propaganda Usa". Esclusivo

Russia-Ucraina, intervista a Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista

Di Alberto Maggi
 Michail S. Gorbatschow & Dr. Helmut Kohl
Politica
Condividi su:

Rizzo rivela: "Gorbaciov concordò più volte che i Paesi che avevano fatto parte del Patto di Varsavia non sarebbero mai entrati nella Nato"


"Indegna la comunicazione sempre e solo a senso unico, ormai da tantissimo tempo". Inizia così l'analisi di Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista intervistato da Affaritaliani.it sulla crisi tra Russia e Ucraina. "In Italia abbiamo avuto giornali nazionali, come la Stampa, che nei loro commenti hanno scritto che la Nato è nata per fronteggiare il Patto di Varsavia. Peccato che il Patto di Varsavia sia stato fondato cinque anni dopo la nascita dell'Alleanza Atlantica. Non solo, personaggi della cosiddetta sinistra come Lia Quartapelle, ma anche altri e perfino agenzie di stampa, hanno affermato che i russi si erano ritirati dall'Ucraina. Ma i russi in Ucraina non sono mai entrati".


 

"Se qualcuno atterrasse oggi da Marte - prosegue il numero uno del Pc - vedrebbe che al mondo c'è una sola potenza che ha basi militari sparse dappertutto con centinaia di migliaia di militari e centinaia di bombe atomiche che circondano la Russia, la Cina e l'Iran. E' palese e sotto gli occhi di tutti chi ha mire aggressive e chi no".

Rizzo racconta che "durante il periodo della fine del blocco socialista e dell'Unione Sovietica, e ci sono numerose testimonianze, Gorbaciov concordò più volte, purtroppo solo oralmente perché non sappiamo ancora se fosse ingenuo o traditore, che i Paesi che avevano fatto parte del Patto di Varsavia non sarebbero mai entrati nella Nato. Impegno, che come sanno tutti, non è stato mantenuto".

Poi la rivelazione clamorosa. "Il settimanale tedesco Der Spiegel ha pubblicato un documento riservato del 6 marzo 1991, oggi negli archivi nazionali britannici, che rivela che il diplomatico tedesco Jürgen Chrobog, riassumendo l'esito dell'incontro “Due più Quattro” con Usa-Francia-Gran Bretagna-Germania avvenuto a Bonn, scriveva: "Abbiamo chiarito nei negoziati che non estenderemo la Nato oltre il fiume l’Elba", quindi nemmeno in Polonia (che all'epoca era al centro delle discussioni). Questa rivelazione, opera del politologo americano Joshua Shifrinson, smonta in modo categorico e inequivocabile la propaganda dell'Amministrazione Biden".

Tornando all'attualità di oggi, "la mossa di Putin è di pace perché il Donbass, abitato da russi, era difeso solo da volontari e sarebbe stato un massacro se ci fosse stato un attacco militare dell'Ucraina. Ora che il Donbass diventa stato russo è improbabile che gli ucraini attacchino l'esercito di Mosca. Se non sono pazzi, a Kiev si fermano. Putin non può permettersi che la Nato arriva a una distanza pari a quella che c'è tra Milano e Roma. Se così fosse, in un minuto i missili nucleari Usa potrebbero distruggere Mosca. Che cosa direbbero a Washington se i russi mettessero i loro missili atomici a Cuba o in Venezuela?".

E l'Italia? Secondo Marco Rizzo, aderendo alle sanzioni anti-Russia dell'Unione europea, "il nostro Paese ha deciso di chiudere definitivamente. Già siamo in crisi economica per il caro-bollette, chi ci darà il 40% del gas nazionale che viene dalla Russia? Dove lo prendiamo? Lo paghiamo tre volte tanto dagli Stati Uniti? L'Italia deve stare fuori e non entrare in nessun conflitto", conclude Rizzo.

L'articolo di "Der Spiegel"

Un documento riservato del 1991 (reso noto del giornale tedesco Der Spiegel) smentisce le narrazioni propagandistiche secondo cui non esisterebbe un impegno occidentale a non estendere la Nato verso Est:
Mentre andava in scena la Conferenza di Mosca, Der Spiegel ha pubblicato un documento riservato del 6 marzo 1991. Scriveva il Manifesto: "Fino a ieri seppellito negli archivi nazionali britannici, in grado di far crollare di colpo la narrazione a senso unico della nuova guerra fredda: «Abbiamo chiarito nei negoziati che non estenderemo la Nato oltre il fiume l’Elba», scriveva il diplomatico tedesco Jürgen Chrobog riassumendo l’esito della riunione del Gruppo “Due più Quattro” tra Stati Uniti, Regno Unito Francia e Germania convocata a Bonn.

Rivelazione-bomba in tutti i sensi: smonta gran parte dei pezzi del meccano bellico costruito dall’amministrazione Biden mentre non è in alcun modo rubricabile alla voce disinformazione di Mosca: la nota riservata è stata scoperta dal politologo statunitense Joshua Shifrinson dopo la declassificazione di Londra dallo status di confidenziale. All’epoca il tema scottante era la Polonia e non l’Ucraina ma – come non possono non annotare i giornalisti autori dello scoop – il documento prova che l’accusa della Russia sul piano di espansione «strutturale» a Est dell’alleanza atlantica è tutt’altro che infondata. «Non possiamo offrire l’adesione della Nato a Varsavia né ad altri Stati», precisava Chroborg a scanso di equivoci, che neppure c’erano come certifica la posizione ufficiale degli Usa scanditagli personalmente da Raymond Seitz, ex ambasciatore Usa a Londra: «Abbiamo assicurato all’Unione Sovietica – nel vertice “Due più Quattro” così come in altri colloqui – che non approfitteremo del ritiro delle sue truppe dall’Europa orientale».

COSÌ, NERO SU BIANCO, Chroborg: non esattamente l’ultima delle feluche della Germania Ovest ma lo storico capo di gabinetto dell’ex ministro degli Esteri, Hans-Dietrich Genscher, prima di diventare l’ambasciatore di Bonn a Washington da gennaio 1995 a giugno 2001 e poi di rientrare nella nuova capitale Berlino nelle vesti di segretario di Stato di Joschka Fischer."

LEGGI ANCHE:

Russia, Scholz ferma il Nord Stream. Zelensky: valutiamo lo stop dei rapporti

Crisi ucraina, Draghi contro Putin: "Inaccettabile violazione di sovranità"

Crisi Ucraina, Di Maio: “Italia convinta su sanzioni”. Kiev: pronti a guerra