Nato, Roma sostiene l'olandese Rutte. Mosca: "Con Alleati scontro di fatto"

Tajani: "La nostra posizione è a favore del primo ministro olandese". Cremlino: 'L'alleanza coinvolta in Ucraina muove verso i nostri confini"

di Redazione
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Stoltenberg: "La situazione sul campo di battaglia è difficile. Abbiamo visto come la Russia sta spingendo sulla prima linea"

"La nostra posizione è a favore del primo ministro olandese", Mark Rutte, a segretario generale della Nato alla scadenza di Jens Stoltenberg.

"C'e' un'ampia maggioranza a favore. Mentre bisognerà aspettare la risposta della Turchia, della Romania, dell'Ungheria. Ungheria e Romania che appoggiano la candidatura del presidente romeno Iohannis. Mi auguro che si possa poi trovare un accordo". Lo ha dichiarato il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, in un punto stampa a margine della ministeriale Nato a Bruxelles. 

Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che "di fatto" le "relazioni" tra Russia e Nato "sono ormai scivolate al livello di un confronto diretto". Lo riporta la Tass.

"In effetti - ha proseguito Peskov - i Paesi della Nato, l'Alleanza stessa, è già coinvolta nel conflitto in Ucraina. La Nato continua il suo movimento verso i nostri confini, l'espansione delle sue infrastrutture militari verso i nostri confini", ha affermato il portavoce del Cremlino secondo l'agenzia di stampa statale russa.

Stoltenberg: "La Russia sta spingendo sulla prima linea"

"La situazione sul campo di battaglia resta seria. L’Ucraina ha bisogno di più difese aeree, di munizioni e di più aiuti". Lo ha detto il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nella conferenza stampa al termine della ministeriale Esteri.

"La situazione sul campo di battaglia è difficile. Abbiamo visto come la Russia sta spingendo sulla prima linea e sta mobilitando più truppe ed è pronta a sacrificare uomini e materiali per ottenere guadagni marginali, ma naturalmente è una situazione seria", ha aggiunto.

"La crescita economica registrata in Russia nel 2023 è il classico risultato di una politica di "keynesianismo bellico", già vista in Germania negli anni Trenta. Con un aumento del 70% della spesa per la difesa nel 2024 rispetto all'anno precedente, circa il 30% del bilancio della Russia e il 6% del suo Pil sono ora ufficialmente dedicati alla difesa nazionale, con importanti risorse aggiuntive destinate a spese classificate. La spesa militare e per la sicurezza è tornata ai livelli dell'era sovietica".

Lo scrive nel suo blog l'alto rappresentante Ue, Josep Borrell, sottolineando che le sanzioni europee "stanno funzionando". 

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