“Salario minimo? Assistenzialismo”. Ed è bufera sul ministro Musumeci
Conte: “Parla a vanvera". Schlein: “Rilegga la Costituzione”
La segretaria del Pd: "Son passati da prima gli italiani a prima gli sfruttatori, evidentemente. Vorrei che rileggessero la Costituzione, l’articolo 36, perché non si può tenere insieme lavoro e povero nella stessa frase”
“Imbarazzante“, “in che Paese vive?”, “mi vergogno un po’ per lui”, “non sa di cosa parla”. È questo il tenore delle reazioni, arrivate da tutto il fronte delle opposizione, dopo il commento del ministro della Protezione civile Nello Musumeci sul salario minimo: “Basta con questo assistenzialismo“, ha detto a margine del convegno ‘Parlate di mafia’ organizzato a Palermo dei gruppi parlamentari Fratelli d’Italia. Un salario minimo garantito per legge però centra poco o nulla con l’assistenzialismo. Riguarda infatti le politiche del lavoro. “Altro giorno, altra perla dei Ministri del sempre più imbarazzante Governo Meloni”, scrive sui social il leader del M5s, Giuseppe Conte.
“Oggi tocca al Ministro Musumeci parlare a vanvera – prosegue – I ministri di Giorgia Meloni non sanno nemmeno che chi chiede il salario minimo lavora da mattina a sera: non chiede di essere assistito, ma semplicemente pretende di essere pagato il giusto, non 3 o 4 euro l’ora”. Concetti che sottolinea anche la segretaria del Pd, Elly Schlein: “Non so in che Paese viva Musumeci. Son passati da prima gli italiani a prima gli sfruttatori, evidentemente. Vorrei che rileggessero la Costituzione, l’articolo 36, perché non si può tenere insieme lavoro e povero nella stessa frase”. “Mi sembra che la destra quando fa queste dichiarazioni dimostri di essere in difficoltà e di arrampicarsi sui vetri senza avere argomenti”, aggiunge Schlein. Conte rimarca: “Le forze di questa maggioranza hanno altre idee su diritti ed emergenze del Paese: i vitalizi per gli ex senatori, andare in giro con 5mila euro in contanti in tasca”. “Hanno perso ogni contatto con la realtà”, conclude.
Tra i parlamentari di Cinquestelle e Partito democratico le reazioni sdegnate si sprecano. “Le parole del ministro Musumeci non denotano solo una scarsa conoscenza del tema e quindi un uso del vocabolario del tutto improprio, ma sono a dir poco ridicole“, attacca Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera. “Grazie al centrodestra sono stati reintrodotti i vitalizi per chi ha lavorato anche un solo anno in Parlamento. Se Musumeci sta cercando degli ‘assistiti‘, guardi dentro casa sua”. “Un commento stupefacente degno di un passante al bar, non di un uomo di governo”, dichiara il capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto. “Davvero il ministro della protezione civile Musumeci ha detto che il salario minimo non c’entra con il lavoro? Davvero? Secondo me pensa al reddito di cittadinanza. Altrimenti sarebbe un ignorantone. Per salario si intende la retribuzione del lavoratore dipendente. Chiaro ministro Musumeci?”, attacco Sandro Ruotolo della segreteria dem.
Non solo Pd e M5s. Il ministro del governo Meloni viene attaccato ad esempio anche dal capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera, Matteo Richetti: “Voglio dire a Musumeci 3 cose: 1. Il salario minimo viene riconosciuto a chi lavora 2. L’assistenzialismo di cui lui è esperto è un’altra cosa 3. Mi vergogno un pò per lui”, scrive in un tweet. Durissimo il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, secondo cui le parole di Musumeci sono “un insulto ed un atto di cinismo a chi è costretto a lavorare con paghe orarie di 3 o 4 euro, al limite della schiavizzazione”. “Musumeci prima di parlare si dovrebbe informare. Tacciare il salario minimo come assistenzialismo dimostra l’ignoranza e la scarsa preparazione del ministro di Fratelli d’Italia”, gli fa eco il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama.