Salis, il padre pressa Mattarella ma così fa solo danni. La strada è una sola
Le continue sollecitazioni di Roberto Salis al governo ed ora al Presidente della Repubblica rischiano di continuare a sortire esattamente l’effetto opposto
Ilaria Salis, il pressing del padre Roberto su Mattarella non aiuta. Anzi
Il padre di Ilaria Salis, Roberto, continua a sbagliare strategia. Ce ne eravamo occupati ieri qui. Lo stesso ministro della Giustizia Carlo Nordio e quello degli Esteri, Antonio Tajani, gli avevano fatto notare con pacatezza che non è questa la strada giusta e che così facendo finisce più che altro per danneggiare sua figlia. Una volta sollevato il caso, e cioè portato a conoscenza della pubblica opinione e coinvolgendo il governo non conviene esagerare perché, oltretutto, si irrita la controparte ungherese che giustamente rivendica la propria sovranità nazionale e non sopporta quella che vede come una intromissione.
E non ha aiutato la posizione critica nei confronti di chi sta cercando di aiutare la Salis, che seppure accusata di reati gravissimi, è pur sempre una cittadina italiana in ceppi e catene. Querelare subito Salvini e criticare in continuazione Nordio e Tajani, insieme al premier Giorgia Meloni, che stanno facendo quello che è umanamente, istituzionalmente e politicamente possibile per aiutarla non è che sia una strategia così vincente.
E da ultimo, rivolgersi al Capo dello Stato Sergio Mattarella, tirandolo, anzi strattonandolo per la giacchetta per redarguire il governo è la ciliegina sulla torta dell’errore, pur capendo lo stato psicologico di un padre che vede sua figlia in ceppi.
“Smuova il governo!”, così si rivolge perentoriamente Salis a Mattarella. Ma forse un po’ più di umiltà gioverebbe alla causa. Anche l’attacco a Nordio, dicendo che la sua strategia è “un buco nell’acqua!” non è che sia proprio una fainata perché poi le interlocuzioni istituzionali concrete passeranno proprio da lui e da Tajani, parimenti criticato.
E il Presidente Mattarella è un politico e un uomo dello Stato e delle Istituzioni troppo scaltro per scendere direttamente in campo per forzare la legislatura di uno Stato sovrano, come è comunque l’Ungheria. Oltretutto, data la colorazione politica della figliola, un intervento politico di Mattarella potrebbe essere poi interpretato di parte, data l’origine politica del Presidente. Quindi le continue sollecitazioni di Roberto Salis al governo ed ora al Presidente della Repubblica rischiano di continuare a sortire esattamente l’effetto opposto, al di là delle ovvie prese di posizione di circostanza istituzionale.
Da qualche tempo poi, è invalsa l’idea che si possa storcere e piegare la legge internazionale e quella di Stati sovrani ai desiderata dei parenti dei detenuti, aprendo una umana ma francamente imbarazzante gara a chi manifesta di più.
Non è che tutto rientra nella politica. Se ci sono accuse circostanziate di reati comuni commessi dai pargoli occorre che la giustizia faccia il suo corso altrimenti vigerebbe l’anarchia più sfrenata. Provi piuttosto Salis a essere più collaborativo e a cercare di mediare invece di attaccare ogni giorno l’universo mondo. Questo l’unico modo per aiutare la figlia messasi nei guai.