Salvini: "Qualcuno non mi ha voluto agli Interni". A mettere il veto è stato Mattarella. Esclusivo

Meloni, Berlusconi e Tajani erano d'accordo sul ritorno del leader leghista al Viminale

Di Alberto Maggi
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Mattarella voleva evitare altri "problemi" con la Magistratura e con gli altri Paesi europei



"Qualcuno ha preferito così, non Giorgia. Perché qualcuno che Salvini tornasse a fare discretamente il suo lavoro di pubblica sicurezza non lo ha voluto. Io sono entusiasta" dell'incarico ai Trasporti, "certo la pubblica sicurezza...ho visto i dati sui reati usciti questa settimana, Milano Roma e Firenze le tre maglie nere dell'insicurezza italiana, l'immigrazione clandestina non è l'unica ma è una parte della causa di questi reati". Così, a rtl 102.5 il leader della Lega Matteo Salvini, rispondendo alla domanda su come mai la premier Giorgia Meloni formando l'esecutivo non lo abbia voluto agli Interni. 

Ma a chi si riferisce Salvini quando afferma "Qualcuno ha preferito così"? Affaritaliani.it ha interpellato fonti ai massimi livelli di tutti i partiti della maggioranza di governo. Da Fratelli d'Italia confermano che Meloni non ha post alcun veto sul ritorno del leader leghista al Viminale e nemmeno Silvio Berlusconi, nel 2022 dopo le elezioni ancora a capo di Forza Italia, e neanche Antonio Tajani. Anzi, spiegano fonti del Centrodestra, un vicepremier all'Interno e l'altro agli Esteri sarebbe stata la soluzione ideale.

E dunque chi ha bloccato il ritorno di Salvini al Viminale? Nella Lega, ma anche in FdI e in Forza Italia, non hanno alcun dubbio. A mettere il veto è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale spetta l'ultima parola sulle caselle chiave dell'esecutivo, come appunto l'Interno, gli Esteri, l'Economia e anche la Difesa. Il motivo? I processi in corso contro l'attuale ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture per il suo operato al Viminale nel 2018-19 durante il governo Conte I, culminati con la richiesta a Palermo di sei anni di reclusione sul caso della Open Arms.

In sostanza - ricostruiscono nel Centrodestra - conoscendo le posizioni del leader leghista in particolare sull'immigrazione clandestina, il Capo dello Stato avrebbe preferito evitare altre tensioni sia con la Magistratura sia con gli altri Paesi europei. E per questo dal Quirinale sarebbe arrivato il veto sul nome di Salvini al Viminale. Ecco spiegato quel "qualcuno ha preferito così, non Giorgia" pronunciato oggi dal responsabile del Mit e vicepremier del Carroccio.




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