Salvini allontana Berlusconi dal Colle. "Al governo anche se non c'è Draghi"
Venerdì vertice del Centrodestra. Mezzo stop di Coraggio Italia a Berlusconi
Il segretario della Lega ha aperto al trasloco di SuperMario al Colle
Matteo Salvini allontana Silvio Berlusconi dal Quirinale. Se fino all'altro giorno la parole d'ordine del leader leghista era "al governo solo con Draghi premier", oggi l'ex ministro dell'Interno cambia rotta e dichiara: "Noi non abbiamo nessuna exit strategy, il nostro obiettivo è rafforzare il governo. Il 2022 si preannuncia impegnativo e la politica ci deve mettere la testa e la faccia, a prescindere da chi sarà il presidente del Consiglio. La scelta più lineare è che Draghi continui a essere presidente del Consiglio", ha affermato Salvini nel corso di una conferenza stampa alla Camera sul caro energia.
Di fatto, il segretario della Lega ha aperto al trasloco di SuperMario al Colle, in linea con la proposta di un esecutivo con dentro tutti i leader dei partiti della maggioranza (unica garanzia di non rompere il patto dopo una settimana senza Draghi a Chigi). Non solo, Salvini insiste anche nella ricerca del più ampio consenso possibile sul Quirinale, pur sapendo perfettamente che Pd, M5S e anche Italia Viva hanno già detto molte volte no all'ex Cavaliere.
Intanto il Centrodestra, su input del leader azzurro accelera, e questo venerdì si terrà un vertice della coalizione a Villa Grande, a Roma. Presenti anche Giorgia Meloni e le altre forze politiche del Centrodestra. Restano nella Lega fanno riflettere le parole del capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, che cofermano una certa freddezza verso Berlusconi.
"Credo che il compito del centrodestra sia di trovare un candidato del centrodestra" al Quirinale "che possa avere un consenso largo e che possa prendere voti anche al di fuori del nostro perimetro politico". Cosi', a 'Radio anch'io', il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari. Silvio Berlusconi e' in grado di prendere quei voti? "Questo lo dovremo vedere. Lui pare convinto di esserlo. E' chiaro che Silvio Berlusconi, nel momento in cui scende in campo, non puo' che avere l'appoggio leale della Lega e deve averlo, dal nostro punto di vista, da parte di tutti gli attori del centrodestra - risponde Molinari -. Non e' un segreto per alcuno che una figura come quella di Berlusconi e' divisiva".
"Conoscendo la storia recente del centrosinistra italiano e del Movimento 5 stelle, e' chiaro che magari ci sono altri nomi del centrodestra che potrebbero avere piu' facilmente dei voti. Nomi non ne faccio, ma se andiamo a sfogliare le figure del centrodestra, negli anni in cui ha governato, diciamo che c'e' ampia scelta. Berlusconi ha mille risorse: lui sta lavorando a trovare un consenso che vada oltre il perimetro del centrodestra. Se avra' i numeri, ovviamente e' il candidato naturale". "Salvini ha il dovere" di provare a fare il kingmaker di questa elezione, prosegue, "perche' in questo momento la Lega, dal punto di vista parlamentare e dei numeri grandi elettori, e' il partito principale del centrodestra: e' compito nostro cercare di mettere tutti quanti d'accordo".
"La posizione di Letta e' chiarissima e conferma che per il centrosinistra la figura di Berlusconi e' molto divisiva - insiste -. Io credo che noi dobbiamo operare in questo modo. Noi dobbiamo capire se Berlusconi e' davvero in campo e ci vogliamo giocare la partita in questo modo, allora andiamo su quella soluzione. Ma dobbiamo prepararci anche piano B e, dal mio punto di vista, trovare anche un'altra figura di centrodestra che sia condivisibile anche dal centrosinistra. Io vedo questo schema: se Berlusconi vuole scendere in campo ci si prova con i numeri del centrodestra, sapendo che e' difficile avere consensi dall'altra parte. Se questa ipotesi non e' piu' sul tavolo, per mille e una ragione, dobbiamo essere pronti a fare un'altra proposta e secondo me i nomi autorevoli non mancano".
Anche da Coraggio Italia mezzo stop a Berlusconi - "Non dobbiamo essere noi a togliere le castagne dal fuoco ai leader dei partiti del centrodestra. Non siamo contro la candidatura di Berlusconi, ma devono esserci le condizioni politiche". E' l'orientamento che è emerso dall'assemblea di Coraggio Italia alla Camera. Più che un'apertura a Berlusconi, spiega chi è presente, si tratta di "realismo" e "rispetto per la storia" dell'ex premier. "Lasciamo che siano Meloni e Salvini a togliere le castagne dal fuoco", ripetono.