Guerra, Pd: "Salvini a Mosca? Inopportuno. Indebolisce l'azione di Draghi"

Il Dem Enrico Borghi: "Il leader leghista al fianco di Lukashenko"

Di Alberto Maggi
Politica
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Borghi (Pd): "Il peso specifico di una visita a Salvini a Mosca sul piano diplomatico sarebbe pari a zero"


"La prospettiva di un viaggio a Mosca da parte di Salvini si presta a diversi livelli di riflessione, che conducono tutti a concludere sulla totale inopportunità dell’iniziativa. Sul piano diplomatico, le trattative non le fanno i leader di singoli partiti, ma i capi di stato e di governo con l’ausilio delle diplomazie accreditate e dei loro ministri degli Esteri. Infilarsi dentro il già complesso quadro di relazioni in maniera improvvida e pasticciata non fa altro che creare confusione. Insomma, il peso specifico di una visita a Salvini a Mosca sul piano diplomatico sarebbe pari a zero. Sarebbe solo pura propaganda". Lo afferma ad Affaritaliani.it Enrico Borghi, responsabile Sicurezza del Partito Democratico.

"Chi gli avrebbe dato un mandato? Su quali basi? Per stringere accordi di quali quali intese? Un grande pasticcio… Sul piano istituzionale, una simile iniziativa - condotta senza alcuna preventiva informazione con Palazzo Chigi e con la Farnesina - avrebbe l’effetto di indebolire l’azione del governo e del primo ministro, che sta al contrario conducendo un'importante politica di relazione ai massimi livelli come denotano la visita a Washington di Draghi e la sua iniziativa con Putin per sbloccare il grano di Odessa. A chi giova indebolire l’immagine della iniziativa diplomatica del governo Draghi? Certo non all’Italia. Sarebbe un'operazione come minimo velleitaria, che verrebbe letta dagli alleati come una contraddizione dell’Italia in politica estera".

"E infine viene la riflessione sul piano politico. Ed è quella più preoccupante. Salvini a Mosca - spiega Borghi - sarebbe il primo caso di un leader di un partito di governo di un Paese Ue che anziché solidarizzare con gli aggrediti, si reca al tavolo dell’aggressore. Sarebbe un'operazione che si presterebbe ad una indubbia propaganda interna russa, tesa a dimostrare che si è spezzato l’isolamento internazionale del Cremlino dopo l’invasione dell’Ucraina.  E alimenterebbe i dubbi e le perplessità sulla natura reale del rapporto tra un partito come la Lega (che sostiene un governo euro-atlantista) e la Russia. A quel tavolo, Salvini si troverebbe idealmente al fianco di Lukashenko. Non sembra una grande prospettiva...".

"Una visita di questo genere non potrebbe non avere effetti. Che alla luce delle riflessioni fatte sin qui, non sarebbero positivi né per il processo di pace, né per l’azione di governo, né per le relazioni tra le forze di maggioranza, né per il nostro sistema di alleanza e di difesa internazionale", conclude Borghi.

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