Sangiuliano fa troppo 'o professore e poco il ministro della Cultura
Dopo lo scivolone su Dante ci riprova con Leopardi e fa rimpiangere Giordano Bruno Guerri
Polemiche social sul tentativo del ministro della Cultura Sangiuliano di sfruttare Leopardi per abbellire la sua Napoli ai danni di Recanati
Gennaro Sangiuliano ministro della Cultura è nato a Napoli, e dopo la laurea in giurisprudenza e lasciati i cavilli giuridici, sente il sacro fuoco del giornalismo che lo chiama contendendolo alla politica, vista la sua militanza nel Fronte della Gioventù.
Lui cede e fa ampia carriera nella carta stampata finché entra in Rai invero anzianotto, a più di quaranta anni sonati, e fa carriera anche lì diventando nel 2018 direttore del TG2 in quota centrodestra resistendo fino alla fine anche nel governo giallo rosso e sotto Draghi. Da ultima la nomina a ministro. Dopo il periodo di rodaggio incominciano però i primi guai.
Incappa poco tempo fa in una grossa grana quando se ne esce con una dichiarazione bizzarra e cioè che Dante Alighieri sarebbe il fondatore del pensiero di destra italiano. L’affermazione, che è fatta terribilmente fuori contesto e cioè durante una presentazione dei candidati di Fratelli d’Italia per le prossime regionali a Milano, lo espone ad ampie critiche.
Una ipotesi indubbiamente suggestiva che però non ritrova alcun riscontro culturale a livello di studi scientifici. Scoppia il finimondo perché solo durante il fascismo si era arrivati a strumentalizzare così apertamente il Sommo Poeta.
Lo storico e intellettuale Luciano Canfora, che è stato anche professore universitario di filologia greca e latina, si è così espresso su questa vicenda: "Provo una grande pena, mancano le basi, si parla senza sapere quel che si dice. L’Alighieri è uno che si sarebbe arrabbiato molto a sentire quello che è stato detto…".
E poi ancora: "Durante il fascismo c’erano vari interpreti più o meno autorevoli della profezia del "veltro", che vincerà il male e lo caccerà da ogni terra, Inferno, Canto 1, verso 105. Secondo loro Dante annunciava l’arrivo di Mussolini per salvare l’Italia". Poi Canfora, dall’alto della sua sapienza culturale, affonda ancora: "Era libero e laico. Quella di Sangiuliano è una forma infantile di propaganda".
Vista la mala parata Sangiuliano ingrana la retromarcia e tenta la classica inversione a U con una lettera “culturale” al Corriere della Sera dicendo che la sua frase era una provocazione, ma la toppa è peggiore del buco e sui social viene prontamente irriso con memi spassosi e ilari che lo vedono inghirlandato con una corona di alloro e similari mentre produce terzine in napoletano.
La vicenda non deve essere stata presa bena da Giorgia Meloni perché ha attratto per l’ennesima volta i riflettori su un tema, quello del fascismo, con cui non vuole avere più nulla a che fare per ovvi motivi di opportunità.
L’altro ieri invece Sangiuliano ha acquisito per lo Stato italiano una lettera di Leopardi al cugino così commentando e poi partendo pure di rima: "Con l'importante acquisizione della lettera di Giacomo Leopardi, Napoli si conferma attenta custode della memoria del poeta di Recanati, che in questa città trascorse l'ultima parte della sua vita. È un'azione lodevole, rispondente in pieno a quella consapevolezza, propria di Leopardi, di quanto l'identità nazionale sia soprattutto un'identità culturale, così ben rappresentata nei versi de "All'Italia": "O patria mia, vedo le mura e gli archi, e le colonne e i simulacri e l'erme, torri degli avi nostri".
Sui social sono subito nate polemiche sul tentativo del ministro di sfruttare Leopardi per abbellire la sua Napoli ai danni di Recanati ma soprattutto sono partiti gli sfottò su ‘o ministro declamatore di versi, con gustosi memi facenti riferimento pure al precedente scivolone dantesco.
Insomma, a questo punto ci si può chiedere: ma non era meglio che il ministro della Cultura lo avesse fatto (era girato il suo nome) Giordano Bruno Guerri, un intellettuale non così politicizzato, apprezzato per la sua analisi attenta dei fatti storici e soprattutto molto accorto a non cadere nelle esagerazioni e diciamo pure negli eccessi di zelo che invece sta mostrando Sangiuliano imbarazzando anche chi gli ha concesso fiducia?