Sanità, dal governo "un pannicello caldo". Il siluro di Fabrizio Pregliasco

"Al momento non c'è alcun aumento della disponibilità economica". Intervista

Di Alberto Maggi
Fabrizio Pregliasco
Politica

"Il privato convenzionato può essere la soluzione e noi potremmo anche fare di più e andare ad esempio a 150 km/h ma dobbiamo andare più piano perché il budget è limitato"

 

"Un pannicello caldo". Così Fabrizio Pregliasco, direttore della scuola di specializzazione in igiene e Medicina Preventiva dell'Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell'Ircss Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano, commenta con Affaritaliani.it il provvedimento varato oggi dal Consiglio dei ministri per provare a tagliare le liste d'attesa nella sanità.

"Questa misura non incide in modo significativo e lo dimostra il fatto che hanno spezzato il provvedimento in due con un ddl e al momento quindi non c'è alcun aumento della disponibilità economica. E soprattutto il punto chiave sono gli aspetti operativi e concreti che incidono sulla appropriatezza della domanda. C'è la necessità di una riorganizzazione complessiva avendo così tante richieste ma il sistema si impalla perché non vengono coinvolti i medici di famiglia e le case di comunità. Occorre incidere sull'origine delle richieste di visite inappropriate e governarle con modalità differenti".

Altro punto negativo della misura del governo, secondo Pregliasco, è "il controllo di Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) sulle Asl e sugli ospedali". In questo modo vengono bypassate le regioni e il controllo del territorio. Bene invece ad esempio il cup centrale che può gestire meglio l'offerta e redistribuirla sul territorio, anche se in alcuni casi la disponibilità delle varie visite sono lontane dal luogo di residenza. Ma è un modo per ottimizzare le risorse. In media ci sono 10 visite con il servizio pubblico e 50 con quello privato, serve una distribuzione più equa. Il privato convenzionato può essere la soluzione e noi potremmo anche fare di più e andare ad esempio a 150 km/h ma dobbiamo andare più piano perché il budget è limitato e se ad agosto lo finiamo poi non possiamo più fare visite e interventi con il sistema sanitario nazionale e quindi restano le prestazioni dai privati", conclude Pregliasco.
 

Sanità: che cosa prevede il disegno di legge del governo sulle liste d'attesa, punto per punto
 

Il decreto legge varato stamattina dal Consiglio dei ministri reca "misure urgenti per la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie". Ecco che cosa prevede nel dettaglio. Articolo 1 - Presso Agenas e' istituita la Piattaforma nazionale per le liste d'attesa di cui si avvale il ministero della Salute: l'obiettivo e' "disporre per la prima volta di un monitoraggio puntuale e reale dei tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni sanitarie". La piattaforma nazionale e' finalizzata a dialogare con le piattaforme regionali delle liste di attesa. Questo nuovo sistema di monitoraggio mira a superare quello attuale che non consente di conoscere l'offerta di prestazioni rispetto alla domanda. Articolo 2 - Per rafforzare le attività di monitoraggio e controllo del Sistema nazionale di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria istituito nel 2005 nasce un Organismo di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria alle dirette dipendenze del ministero della Salute.

Questo organismo verifica il corretto funzionamento del sistema di gestione delle liste di attesa e dei piani operativi per il recupero delle liste. E' autorizzato ad accedere presso tutte le tipologie di strutture sanitarie per verificare e analizzare le disfunzioni emergenti a seguito del controllo delle agende di prenotazione su segnalazione del cittadino, degli enti locali e delle associazioni di categoria utenti. L'Organismo puo' acquisire documentazione e richiedere chiarimenti e riscontri a cui le aziende sanitarie e le Regioni interessate hanno l'obbligo di rispondere, anche per via telematica, entro 15 giorni. Articolo 3 - Per la prima volta sussiste l'obbligo di un Cup unico regionale o infraregionale con tutte le prestazioni disponibili del pubblico e del privato convenzionato. A oggi nei Cup regionali il privato convenzionato o non e' presente o lo e' soltanto in minima parte: per questo si prevede espressamente la nullita' del contratto con il privato accreditato che non provveda a inserire le prestazioni nei Cup pubblici; per chi e' autorizzato ma non ancora accreditato, il collegamento con i Cup pubblici diventa requisito per il rilascio dell'accreditamento istituzionale. Se le prestazioni non vengono erogate nei tempi previsti dalle vigenti classi di priorita', le aziende garantiscono al cittadino la prestazione attraverso il ricorso all'intramoenia o al privato accreditato. 

Divieto per le aziende sanitarie e ospedaliere di sospendere o chiudere le attivita' di prenotazione. Il Cup deve attivare un sistema per richiamare il cittadino e richiedere la conferma o la cancellazione della prenotazione effettuata, almeno entro due giorni prima dell'erogazione della prestazione, per evitare il fenomeno delle prestazioni prenotate e non effettuate. Articolo 4 - Visite ed esami diagnostici anche di sabato e domenica, prolungando la fascia oraria. Per evitare eccessi nell'attivita' in intramoenia, a scapito dell'attivita' istituzionale finalizzata alla riduzione delle liste d'attesa, si prevede che in ogni azienda ospedaliera le ore di attivita' libero professionale non debbano eccedere quella ordinaria. Articolo 5 - Si incrementa la spesa per il personale di un importo complessivo pari al 15% dell'incremento del Fondo sanitario rispetto all'anno precedente. In sostanza, rispetto a oggi il tetto di spesa e' meno stringente per il 2024 e dal 2025 viene abolito e sostituito da un altro meccanismo che non e' di tipo vincolante ma legato alla programmazione delle aziende sulla base di un fabbisogno standard di personale sanitario. La norma va incontro alle reiterate richieste delle Regioni di rimozione del vincolo sulle assunzioni. Articolo 6 - Piano d'azione per il rafforzamento dei servizi sanitari e sociosanitari nelle sette regioni del sud destinatarie del Programma Nazionale Equita' nella Salute 2021-2027: iniziative per realizzate investimenti sulle infrastrutture di tipo tecnologico, adeguamento infrastrutturale e potenziamento tecnologico dei Dipartimenti di salute mentale, dei Consultori familiari e dei Punti screening, ammodernamento e implementazione delle attrezzature informatiche, tecnologiche e diagnostiche, formazione degli operatori sanitari. Articolo 7 - Flat tax al 15% delle prestazioni orarie aggiuntive dei professionisti sanitari impegnati nella riduzione delle liste d'attesa. 

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