Sardegna, cala vantaggio di Todde su Truzzu. "Pronti a chiedere riconteggio"

Il centrodestra in Sardegna ci spera ancora, dato il risicato vantaggio della candidata del campo largo di centrosinistra

di redazione politica
Alessandra Todde e Paolo Truzzu
Politica

Sardegna, diminuisce il vantaggio di Todde su Truzzu. FdI esulta: "Pronti a chiedere il riconteggio"

Il centrodestra in Sardegna ci spera ancora, dato il risicato vantaggio che ha consentito il 25 febbraio ad Alessandra Todde del Campo largo del centrosinistra di battere l'avversario Paolo Truzzu e diventare la prima presidente donna della Regione in 75 anni di storia dell'autonomia. Quando mancavano da scrutinare ancora 19 sezioni, i cui verbali sono finiti all'esame degli uffici circoscrizionali elettorali nei tribunali di competenza, l'esponente del M5S era davanti di 2.615 voti. Ma ora lo scarto si è ridotto a 1.626, secondo dati ufficiosi di fonti del centrosinistra basate sui risultati di 17 delle 19 sezioni mancanti.

Restano in sospeso solo le due di Silius (Sud Sardegna), dove però i votanti sono stati solo 450 e anche nell'ipotesi che tutti si siano espressi per Truzzu i loro voti non basterebbero a determinare il ribaltone auspicato da alcuni esponenti sul centrodestra. I dubbi degli sconfitti poggiano su presunte anomalie nell'assegnazione dei voti e anche su un presunto elevato numero di schede nulle. Il dato definitivo non è riportato sul sito della Regione 'Sardegna elezioni', ma sui siti di alcuni grandi Comuni che hanno pubblicato i risultati elettorali nelle loro sezioni: per esempio, a Cagliari, dove Todde ha vinto nettamente, sono un migliaio le schede nulle (su 73.113 votanti), più 125 voti nulli; a Sassari meno di 200 sulle 54.498 nelle 136 sezioni scrutinate su 400. Secondo fonti del centrodestra, per continuare a sperare in un ribaltone, le schede nulle dovrebbero essere almeno 14 mila (ma statisticamente potrebbero essere meno di 12 mila) e la distanza fra i due candidati inferiore a 900 voti. Bisognerà aspettare la proclamazione degli eletti in Corte d'appello a Cagliari, fra non meno di due settimane, per avere i risultati definitivi e capire se per il centrodestra ci sono margini per presentare ricorso.

E su questo punto Truzzu, nella sua prima conferenza stampa dopo il voto, è stato chiaro: "Una volta che avremo i dati dal tribunale li confronteremo con quelli presi dai nostri rappresentanti di lista nelle sezioni e valuteremo la situazione", aveva dichiarato il 27 febbraio scorso. "Se riterremo che ci sarà un elemento per poter fare un ricorso, lo faremo. Ma non è una cosa all'ordine del giorno, perche' adesso non ci sono le condizioni e non abbiamo il verbale della Corte d'Appello. I ricorsi si fanno quando c'e' il risultato conclamato".

Il ribaltone? Scenario improbabile

Un ribaltone, peraltro, appare uno "scenario improbabile" anche per Lorenzo Pregliasco, co-fondatore e direttore di YouTrend. Nella lunga notte dello scrutinio, fra il 26 e il 27 febbraio scorso, l'analista politico si e' sbilanciato dando per certa la vittoria di Todde, nonostante il testa a testa che si desumeva dai dati parziali pubblicati sul sito della Regione Sardegna. "Mancavano troppo poche sezioni perche' fosse realistico un cambio di risultato", spiega Pregliasco all'AGI. "La valutazione sulle sezioni mancanti, su quali erano e dove si trovavano, ci ha fatto capire che un sorpasso non sarebbe stato plausibile. Ci siamo basati non solo sui dati presenti in quel momento sul sito della Regione, ma anche su quelli pubblicati dai Comuni più grandi". "Mi aspetto un risultato sul filo", aggiunge Pregliasco, quindi, con uno scarto minimo fra Todde e Truzzu, sulla scia di quanto accaduto in altre elezioni regionali del passato, come il Lazio nel 1995 (Piero Badaloni per il centrosinistra vinse col 48,14% su Alberto Michelini del centrodestra, col 47,97%); l'Abruzzo nel 2000 (Giovanni Pace per il centrodestra batte' col 49,26% Antonio Falconio dell'Ulivo, che raggiunse il 48,8%); e il Friuli Venezia Giulia nel 2013, con Debora Serracchiani (centrosinistra) che divenne presidente col 39,39%, davanti a Renzo Tondo (centrodestra), che ottenne il 39%.

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