Saviano e la lettera di Meloni: "Mi voleva ad Atreju, ma ora mi attacca"

L'autore di Gomorra porta alla luce una lettera inedita inviatagli dalla premier anni fa per invitarlo all'evento di FdI

di redazione politica
Politica

Saviano e la lettera di Meloni: "Mi voleva ad Atreju, ma ora mi attacca"

Roberto Saviano torna all’attacco di Giorgia Meloni dopo la frecciata della premier durante l'evento di Atreju. In una dettagliata lettera inviata a Fanpage, Saviano ha ampliato le sue critiche: "Durante l'evento, Meloni ha insinuato che mi sono arricchito parlando delle mafie. Questo ricorda ciò che i boss e gli affiliati dicono a chi denuncia il crimine organizzato”, tuona.

“Non implica che Meloni sia una boss o un'affiliata”, continua, “ma dimostra la sua mancanza di comprensione delle dinamiche delle organizzazioni criminali. Meloni è pericolosa perché non riconosce come operano, agiscono e comunicano le organizzazioni criminali”.

Il proseguo della lettera è altrettanto incisivo: "Meloni si prende le distanze da me, ma non dai condannati per mafia. Questo non la rende mafiosa, ma dimostra che è pericolosa perché si comporta da dilettante nell'antimafia. Se sei il capo del governo in un paese con potenti e pericolose mafie, non puoi permetterti questo dilettantismo." Saviano aggiunge polemicamente che Meloni è una "dilettante dell'antimafia" e auspica che non faccia politica nello stesso modo.

Inoltre, l'autore di Gomorra afferma che la premier ha la "necessità di individuare un nemico, come fanno tutti i politici populisti". Saviano sostiene che c'è una "strada più facile", ovvero "individuare un elemento semplice e comune su cui fare leva, magari identificare un nemico appartenente a una categoria percepita come lontana ed estranea, in modo da bloccare ogni possibilità di empatia."

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