Sboarina è la seconda "vittima" delle Olimpiadi 2026, dopo Ghedina a Cortina

I Giochi non pagano: chi si è speso per aggiudicarseli, viene bocciato dagli elettori veneti. E' già il secondo caso

Di Lorenzo Zacchetti
Politica
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Dopo Cortina d'Ampezzo, Verona: bocciato chi ha scommesso sulle Olimpiadi Invernali 2026

L'esito delle comunali a Verona sta facendo discutere in tutta Italia, per i suoi riflessi sugli schieramenti nazionali, sia nel centrodestra che nel centrosinistra. In estrema sintesi: vince chi sa fare squadra, mentre si condanna alla sconfitta chi si comporta in modo litigioso.

Vi è però un dato locale che vale la pena di esaminare, in quanto i suoi riflessi hanno a che fare – seppure in modo diverso – con dinamiche più ampie. Federico Sboarina ha cercato la conferma a Sindaco della città di Giulietta & Romeo con lo slogan “Verona olimpica”, ovvero rivendicando l'assegnazione dei giochi invernali Milano-Cortina 2026 che è avvenuta durante il suo mandato e che, con tutta evidenza, riguarda tutto il Veneto e, più in generale, il sistema-Paese. Eppure, agli elettori la cosa non è piaciuta.

Al netto dell'autogol determinato dal mancato apparentamento con Flavio Tosi, del quale si è già detto in molte occasioni, Sboarina è la seconda vittima illustre delle Olimpiadi 2026, dopo Gianpietro Ghedina, bocciato dagli elettori di Cortina d'Ampezzo dopo essere stato il primo sponsor dei Giochi.

Se due indizi fanno una prova, è inevitabile notare come “il grande evento” stia chiaramente dividendo l'opinione pubblica. Se nei politici locali prevale la preoccupazione per i fondi che mancano, tra i cittadini predomina la perplessità per una serie di scelte, alcune delle quali discutibili sia per il loro impatto ambientale, sia per l'effettiva utilità che avranno sui territori interessati, la famosa “legacy” che ogni evento di questa portata dovrebbe portare a chi lo organizza. Al momento, però, in cima al podio paiono esserci gli scettici e chi ha scommesso sui Giochi sta finendo maglia nera.