Scanzi "caccia" Di Maio: "Con i 5 Stelle non c'entra più nulla"
Andrea Scanzi, firma del Fatto Quotidiano, ripercorre l'iter Di Maio
Andrea Scanzi, sentenza anticipata sul ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel Movimento 5 Stelle?
Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano scrive: "Il Di Maio di oggi non c'entra più nulla con i 5S". Quella lanciata dal giornalista e opinionista sembra essere una sentenza anticipata sulle sorti del ministro degli Esteri nel Movimento 5 Stelle.
Di Maio, scrive Scanzi, è nato per fare politica, altroché. Ma questo, precisa subito dopo, non è solo un complimento ma anche una critica. Di Maio, agli occhi più attenti, tra i 5S risulta quello più "furbo" e "scaltro".
Trattato con il vecchio metodo del bastone e la carota dal "padre-padrone" Beppe Grillo, Gigino anno dopo anno è cresciuto, continua il giornalista del Fatto. Congiuntivo sbagliato dopo congiuntivo sbagliato, fino all'"abolizione della povertà", gli stessi errori gli sono valsi la celebrazione come nuovo Moro.
Ma arrivando al Di Maio di oggi, "più ponderato" ma anche "più subdolo politicamente", agli occhi dei 5S si è ormai macchiato del "reato più grave: il tradimento degli ideali antichi".
Il "Di Maio post-Papeete", chiosa Scanzi, è un "poltronaro, aduso alle congiure e disposto ad allearsi con tutti", "l'uomo che doveva aprire la scatoletta di tonno si è fatto scatoletta e pure tonno".
E questo è il Di Maio che, mentre plaude Casini e venera Draghi, riceve l'apprezzamento di giornaloni e palazzi. "Lui stesso è potere, e può iscriversi a qualsiasi partito: lo accoglieranno tutti a porte aperte". Ma ecco che arriva la stoccata. "Bravo e capace. Ma nei 5Stelle non c'entra più niente". "E' un politico famoso ma senza più consenso".
"Di Maio riempiva le piazze", continua Scanzi, ma "oggi non riempirebbe nemmeno un monolocale. Con lui alla guida, il M5S rischierebbe di perdere pure con Calenda, cioè nessuno". Ma "la sua guerra santa a Conte", sottolinea, "è una guerra personale".
"Di Maio non sopporta che, dalla pandemia in poi, lo sconosciuto che nel 2018 fu proprio lui (con Bonafede) a scegliere sia molto più amato di lui dagli italiani", continua il giornalista.
"È questo il punto: la politica non c’entra nulla, casomai c’entra il limite dei due mandati (ancora: la poltrona). Di Maio può stare dentro i 5Stelle di Conte giusto se si disinnesca al punto da tramutarsi in una sogliola morta", ma questo conclude Scanzi, è assai difficile che accada.
5Stelle, Borrè, l'avvocato degli attivisti: "Dietro ricorso non c’è la mano di Di Maio"
Lorenzo Borrè, l'avvocato che ha assistito gli attivisti del Movimento 5 Stelle nel ricorso contro la modifica dello statuto che ha eletto Conte presidente del Movimento, in merito alla presunta influenza di Di Maio sui ricorsi, data la continuità geografica con il comune di origine del ministro degli Esteri, si è espresso a 24 Mattino, su Radio 24.
“E’ stata scelta Napoli perché sono stati alcuni degli iscritti napoletani a rivolgersi a me per presentare il ricorso. E’ offensivo per tutti evocare questa cosa”.
“Ricordo che Grillo, in un comunicato del 29 giugno, disse che le votazioni vanno fatte su Rousseau perché è questo che prevede lo statuto che è tornato in vigore. Lui scrisse proprio questo per evitare impugnazioni. Quindi a mio avviso la nuova votazione andrà fatta sulla piattaforma Rousseau, lo dico da soggetto più che distante dall’associazione di Casaleggio”.
Borrè ha assistito gli attivisti 5 Stelle nel ricorso sulle due delibere con cui, lo scorso agosto, il M5S ha modificato il suo statuto e eletto Giuseppe Conte come presidente del Movimento. Il tribunale ha deciso di sospendere in via cautelare quanto stabilito dal Movimento per la sussistenza di "gravi vizi nel processo decisionale", tra cui l'esclusione dalla votazione di oltre un terzo degli iscritti e il conseguente mancato raggiungimento del quorum.
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