Schlein: "Da Meloni solito vittimismo. Mentre per coprire i suoi fallimenti"

La segretaria del Pd: "La premier faccia i nomi e i cognomi di chi prova a ricattare il governo"

Elly Schlein
Politica

Schlein: “Meloni mente al Paese per coprire le difficoltà"

"Giorgia Meloni faccia i nomi e i cognomi di chi prova a ricattarla, se il suo non è il solito vittimismo e complottismo da quattro soldi per coprire fallimenti economici e sociali. Un comportamento non adatto a chi governa il Paese che ora guida il G7". E' la denuncia di Elly Schlein, che in un'intervista a Repubblica afferma come la premier "mente al Paese", nega le difficoltà e "rifiuta di assumersi le sue responsabilità". Per la segretaria del Pd "se è vero quello che dice" circa i presunti ricatti lamentati in conferenza stampa giovedì 4 "è un pericolo per l’Italia. Dovrebbe consegnare alle autorità competenti gli elementi in suo possesso".

La Meloni, spiega, "rivela una distanza siderale dalle esigenze concrete delle persone. Non sa cosa siano le liste d’attesa, il caro mutui e il caro vita che pesano sul vigilante che guadagna cinque euro l’ora e sulla giovane madre single che prende 900 euro di stipendio e ne paga 850 di mutuo. Non parla di violenza sulle donne forse perché l’opposizione concentrava le poche risorse a sua disposizione in manovra a quel tema mentre la destra distribuiva mance per finanziare campi da golf. Copre con menzogne enormi difficoltà, come sulla drammatica vertenza dell’ex Ilva".

Quanto ai casi che agitano la maggioranza sul fronte giudiziario, la segretaria del Pd osserva che "noi continueremo a usare tutti gli strumenti per chiedere al governo di rendere conto dell’imbarazzo che causa al Paese".

"La risposta della premier su Pozzolo - spiega Elly Schlein - è stata del tutto insufficiente, soprattutto a fronte della testimonianza del ferito che, da operaio, temeva di denunciare un politico che gira armato e ha usato con arroganza persino l’immunità. Meloni avrebbe dovuto chiedere scusa e pretendere le dimissioni. E invece racconta la storiella di parlamentari non consci delle loro responsabilità: è lei, alla guida del suo partito personale, ad aver fatto le liste. Non può negare le sue responsabilità. Ma lo fa su tutto: sulla bocciatura della riforma del Mes e sulla legge bavaglio, dà la colpa al Parlamento, quando è lei a dare la linea alla sua maggioranza".

Sulla vicenda Verdini poi "la difesa di Meloni è debolissima. Salvini deve riferire: non è indagato ma le ordinanze — che la legge bavaglio vuole oscurare — delineano un sistema di intermediazione tra manager pubblici e imprenditori che usavano la loro prossimità al ministro e a un sottosegretario della Lega".

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