Schlein e Conte come Mondaini e Vianello: il caso Bari sfascia il campo largo
Così gli arresti pugliesi restringono e sfasciano il campo largo
Caso Bari, Schlein e Conte come Mondaini e Vianello: gli arresti in Puglia demoliscono l'intesa politica Pd-5S
La vicenda del rapporto (tormentato) tra Elly Schlein e Giuseppe Conte sta assumendo i tratti degli sketch tra Sandra Mondaini e Raimondo Vianello la coppia che, pur volendosi bene (ma questo è da appurare nella realtà) deve condividere per forza lo stesso letto (“il campo largo”) e così finiscono per scalciarsi a vicenda sotto le lenzuola. Ed in effetti non poteva essere che così, date le contingenze. Il Movimento Cinque Stelle è –almeno sulla carta- un movimento giustizialista (“Onestà!”) anche se il suo fondatore è stato fatto fuori da quel miracolo della politica che è Giuseppe Conte. E da lui dobbiamo necessariamente partire per tentare di capirci qualcosa. Conte è un navigato, anzi navigatissimo “uomo di mondo”, potremmo dire alla Totò che non solo ha fatto il “militare a Cuneo” ma c’è proprio restato. Ha “scoperto” la politica in tarda età grazie proprio al Movimento che lo aveva inizialmente utilizzato come punto di mediazione tra Matteo Salvini e Luigi di Maio, dopo una lunga crisi istituzionale di quasi tre mesi.
All’inizio Conte era molto ossequioso e chiedeva a Di Maio in continuazione se una cosa la poteva dire oppure no, fornendo tra l’altro un ben misero spettacolo istituzionale agli occhi del mondo. Poi sappiamo come è andata a finire. Conte ha fatto fuori tutti, tra cui il fondatore dei Cinque Stelle Beppe Grillo, pattando con Matteo Renzi e mandando a casa pure Mario Draghi, aprendo tra l’altro così la strada ala vittoria del centro –destra. Conte è un situazionista e cioè uno che non ha alcuna idea politica e si muove unicamente su una scacchiera politico – istituzionale cercando ogni volta non lo sviluppo coerente di un gioco ma bensì solo la mossa che in quello specifico momento gli conviene di più. Nulla concede alla strategia tutto alla tattica.
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Per questo è passato senza problemi da un governo di centro – destra (Conte 1) come quello giallo – verde ad uno di centro - sinistra e cioè quello giallo-rosso (Conte 2), arrivando poi a supportare anche l’odiato Draghi pur di tenere la cadrega. La durata del suo secondo governo dovrebbe essere piuttosto chiamato “governo Covid”, dato l’aiuto fondamentale fornitogli dalla pandemia. La caduta è dovuta anch’essa ad un mero calcolo politico e cioè riaccreditarsi come oppositore di Draghi per racimolare qualche voto in un M5S se no in caduta libera. E ha pure abbastanza funzionato, visto che nel 2022 si è salvato dal disastro, pur perdendo molto. Il rapporto con il Pd -e soprattutto con Elly Schlein Mondaini- è un rapporto forzato e di convenienza perché il Partito democratico era il principale obiettivo di Grillo e adepti, infatti veniva appellato come “PdL – l”. I recenti e ancora in essere fatti pugliesi hanno costituito la miccia o detonatore qual dir si voglia per l’attuale crisi. L’inchiesta giudiziaria della Procura di Bari, che ha visto ben 130 arresti in una prima fase con una nuova fase di qualche giorno fa, che ha visto indagato un suo assessore (dimessosi dal partito) con il marito agli arresti, ha fatto deflagrare tutto.
Peraltro ha spostato i riflettori dall’incredibile vicenda Decaro -con tanto di siparietto sui ricordi mancati- proprio su Emiliano. I due saranno sentiti in anti-mafia entro ad aprile. Nel frattempo nessuno ha ancora chiesto scusa al ministro dell’interno Matteo Piantedosi e a Giorgia Meloni. In questo momento, per lo scaltro Conte, il Pd è un pesce infetto a cui tenersi il più lontano possibile, pena il contaminarsi le scaglie di supposta nobiltà, anche se è solo di ieri la notizia della condanna (insieme ad altri personaggi minori sempre vicini al Movimento) a 8 anni e 8 mesi dell’ex Presidente del consiglio comunale romano Marcello De Vito, quando era sindaca Virginia Raggi. Per un partito che fa della giustizia con la g maiuscola il suo faro quello che sta venendo fuori in Puglia è veleno allo stato puro, soprattutto in prossimità delle Europee. Per questo Conte-Vianello ha dovuto rifilare un bel calcione nel sedere alla Schlein-Mondaini. Niente di personale, pare dire il consorte alla moglie: “è la politica, stupida!”.