Sciopero, è scontro Salvini-Landini. I sindacati non pubblicano i bilanci...
Il vicepremier minaccia la precettazione invocando la Costituzione
Sciopero prossimo venturo: Salvini minaccia la precettazione invocando la Costituzione. Ma i sindacati non pubblicano i bilanci previsti proprio dalla Carta. Il “diritto al Ponte”
“Non possono esserci scioperi di 24 ore”, così l’esordio del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini all’assemblea della CNA e dichiarando di essere pronto alla precettazione per lo sciopero proclamato per il 17 se i sindacati non ottempereranno alla richiesta della commissione di garanzia su un contingentamento della protesta.
Tornando sul tema il leader della Lega ha continuato:
“Scioperare per 4 ore è assolutamente legittimo, per 24 no”.
E ci sarebbe da aggiungere che “stranamente” gli scioperi in Italia avvengono sempre facendo ponte con il fine settimana, includendo cioè il venerdì e qualche volta pure il lunedì successivo.
Insomma, più che di diritto allo sciopero, si tratterebbe di un “diritto al ponte”.
Un vezzo che dura da decenni e che dovrebbe essere arginato per non dare l’idea che si tratti solo di un trucco per farsi pure una bella scampagnata.
Naturalmente le parole di Salvini non sono passate inosservate e hanno eccitato il solito riflesso patellare del leader della Cgil, Maurizio Landini, che tosto e ratto ha ribattuto:
“Io penso che questo sia un attacco al diritto di sciopero e trovo che sia un modo arrogante in Italia. Non sono i ministri che decidono quante ore di sciopero si programmano e se si fanno o no, è diritto delle persone decidere se vogliono aderire o no. Questa è una logica arrogante perché pensa di poter stabilire quando gli scioperi sono validi, il diritto allo sciopero è garantito dalla Costituzione. Noi stiamo rispettando tutte le leggi, c’è un confronto aperto con la commissione di garanzia, non capisco perché interviene il ministro".
Forse il pasionario rosso si riferiva al ministro del Lavoro Marina Calderone, perché quello competente dei Trasporti è infatti intervenuto e lo ha fatto in maniera del tutto chiara e che non lascia la strada aperta a interpretazioni di sorta. I trasporti sono un punto nevralgico per qualsiasi nazione e non si può bloccare il diritto al libero spostamento, anche questo tutelato a livello costituzionale. Ma Landini non ce l’ha solo con Salvini ma pure con “altri sindacati” che –a suo dire- hanno maggiore libertà del suo, cioè la Cgil. Infatti continua:
“Anche nel settore trasporti sono stati proclamati altri scioperi da altri sindacati per 24 ore e il ministro non ha detto nulla, siccome è uno sciopero contro le politiche del governo adesso salta fuori tentando di mettere in discussione questo diritto”.
Tra l’altro lo smemorato Landini dimentica sempre che i sindacati hanno un obbligo fondamentale previsto proprio nella Costituzione che invoca ad ogni piè sospinto, ma a cui non hanno mai ottemperato e cioè la pubblicazione dei bilanci.
Sarebbe bello che prima di tirare in ballo la Costituzione Landini decidesse quindi di onorarla facendoci sapere i soldi che entrano ed escono e anche per capire per quale ragione c’è qualcuno che in Italia si ritiene al di sopra della legge pur affermando di “rispettarle tutte”.