Separazione carriere, via libera alla riforma: su Affari il testo integrale

Due Csm, sorteggio integrale dei togati e un'Alta Corte per i ricorsi: ecco il ddl approvato in Consiglio dei Ministri

di redazione politica
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Giustizia, via libera alla riforma sulla separazione delle carriere: su Affari il testo integrale del disegno di legge

Sono passate poche ore dall’approvazione in Consiglio dei ministri della riforma sulla separazione delle carriere dei magistrati, che saranno distinte tra quelle dei giudici e dei pubblici ministeri. Ora comincia l'iter per la nuova legge costituzionale che attua - come spiega il Guardasigilli Nordio - "il principio fondamentale del processo accusatorio", ovvero differenziare il percorso di chi è chiamato a giudicare da quello di chi, come il pm, ha l'incarico di muovere le accuse. Il provvedimento, che Affaritaliani.it pubblica integralmente, è stato limato fino a pochi minuti prima del via libera in Cdm all'indomani dell'incontro dei rappresentanti del governo al Quirinale, ed è frutto di una complicata mediazione.

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Sotto i riflettori lo sdoppiamento del Consiglio superiore della magistratura in due diversi Csm, i cui membri saranno nominati per sorteggio. Escono fuori le correnti dalle nomine del Csm ma resta ai margini anche la politica: anche la componente laica del Csm, ovvero i membri elettivi che attualmente vengono scelti per un terzo dal Parlamento in seduta comune, sarà interamente nominata sottoponendosi al principio di casualità. 

Resta poi l'istituzione del nuovo organo disciplinare dei magistrati, l'Alta corte, composta da 15 membri (12 estratti a sorte, 3 nominati dal presidente della Repubblica) mentre salta dal provvedimento il riferimento sull'avvocatura in Costituzione, nonostante gli annunci del governo nei giorni scorsi. Fuori dal ddl anche l'ipotesi, sempre sostenuta da Nordio, di introdurre la discrezionalità dell'azione penale.

Gli ultimi articoli, invece, si riferiscono strettamente alle modifiche al testo costituzionale. Si entra ora, infatti, nella fase più lunga e complicata, che dovrebbe portare a significative modifiche della Costituzione, per le quali la sola maggioranza alla Camera e al Senato non basta. In mancanza del consenso dei due terzi per ogni Camera, sarebbero gli italiani a dover scegliere con un quesito referendario.