"Repubblica, giornale di De Benedetti". Ma è di Elkann, gaffe di Lollobrigida

Il post del ministro dell'Agricoltura dopo le dimissioni di Paolo Signorelli

di Redazione
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Lollobrigida: "Aggressione a Signorelli voleva colpire governo"

"Il quotidiano di De Benedetti, invece, ha raccontato un'altra persona rispetto a un giovane giornalista che da anni non salta una domenica in chiesa, va regolarmente in pellegrinaggio a Medjugorje, aiuta chiunque sia in difficolta'": è questa l'ultima gaffe di Francesco Lollobrigida che non ricorda evidentemente che Repubblica è passata in mano a John Elkann da qualche tempo. Lo scivolone in un post sui social per difendere il suo portavoce accusato di antisemitismo e per questo dimessosi in mattinata.

"Paolo si e' dimesso, per non alimentare ulteriormente il tritacarne nel quale era finito. Persino nelle chat della scuola dei suoi figli... Perche' ha chiaro che attraverso lui si voleva colpire il governo... Perche' la serenita' della sua famiglia non e' sacrificabile". Francesco Lollobrigida dedica un lungo post su Facebook, dal titolo "l'odio, la penna e la matita" alle dimissioni del suo portavoce, Paolo Signorelli, sottolineando che "per come l'ho conosciuto, e' un padre di famiglia che ama sua moglie e i suoi piccoli. E' incensurato e ha due lauree. Lavora con dedizione e professionalità'".

"Mai - riprende il ministro dell'Agricoltura - l'ho sentito, in questi mesi, dire una cosa fuori dalle righe. I suoi colleghi giornalisti ne hanno sempre parlato bene e, magari ora solo privatamente, continuano a farlo". "Certamente le cose che ho letto nelle chat sono ingiustificabili ma il contesto nelle quali sono state dette e' molto piu' complesso di come e' stato raccontato. Si tratta, comunque del suo passato che appare, a chi conosce il Paolo di oggi, molto piu' lontano dei soli anni che lo separano da quanto riportato dal quotidiano il giorno della chiusura della campagna elettorale", spiega ancora l'esponente FdI. 

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"Ci si puo' trovare in situazioni terribili senza saperlo e volerlo per il contesto in cui sei cresciuto o lavori. Specie se un altro Paolo Signorelli e' tuo nonno e non lo potevi certo scegliere... Importante pero' dovrebbe essere non aver commesso crimini e aver avuto il coraggio di voltare pagina. Ma non e' sempre cosi'. Un giornale - incalza Lollobrigida - ha pubblicato intercettazioni che non hanno alcuna rilevanza penale se non, eventualmente, per chi le ha diffuse. Come ha ben scritto anche L'Unita'. Il quotidiano di De Benedetti, invece, ha raccontato un'altra persona rispetto a un giovane giornalista che da anni non salta una domenica in chiesa, va regolarmente in pellegrinaggio a Medjugorje, aiuta chiunque sia in difficolta'".

"E' stato un ottimo capoufficio stampa e manchera' molto ai suoi attuali colleghi", dice allora Lollobrigida che ringrazia "quanti hanno avuto la lucidita' di non farsi strumentalizzare da chi li tirava per la giacchetta tra una manifestazione e l'altra di odio contro Israele. Tutti sanno bene - rivendica - che gli antisemiti devono stare lontano da Fratelli d'Italia. O - rilancia - da giornalisti di Lotta Continua che ci hanno definito 'un popolo di maiali'". "Chissa' se fosse esistito WhatsApp negli anni Settanta che cosa avrebbero trovato nelle loro chat private a corredo dell'odio che caratterizzava i loro scritti pubblici... O dalle trasmissioni che ospitano i nostalgici delle Br che hanno ucciso Moro. Con grande rispetto di chi si e' sentito colpito dalle dichiarazioni in chat private di Signorelli ma molto meno di chi le ha strumentalizzate, direi, dal dato elettorale, che queste aggressioni giornalistiche - contrattacca Lollobrigida - non portano al risultato sperato da chi le progetta". "Ho sempre scelto gli uffici stampa senza guardare all'appartenenza politica, come potrebbe testimoniare Vincenzo Bisbiglia redattore de 'Il Fatto' che lavoro' due anni per me. Oggi - conclude - perdo un collaboratore prezioso... Con la serenita' di sempre andiamo avanti".

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