Sisma Emilia, ripristinato solo il 40% immobili. Bonaccini fugge dalla realtà

Da anni era solo uno storytelling quello di Bonaccini sulla ricostruzione post terremoto del 2012? Due consiglieri mostrano i dati: va prorogata l’emergenza

di Antonio Amorosi
Terremoto in Emilia Romagna del 2012
Politica

“Sono mesi che attacca il Governo per l’alluvione in Romagna, sbandierando i suoi successi sul sisma. La realtà invece è un’altra Ricostruzione terremoto Emilia Romagna: su 1746 immobili, solo 715 sono stati ripristinati”. Ma per la Regione da 2 anni la ricostruzione è al 90%. 

“Il Presidente Bonaccini evita di affrontare la realtà. La ricostruzione post sisma è ancora indietro, serve subito la proroga dello stato di emergenza nonostante siano passati 11 anni”. Sono queste le parole del consigliere provinciale di Modena Antonio Platis (FI) e del capogruppo a San Felice sul Panaro Francesco Pullè (Lista civica). Pulle' è anche dell'Ordine degli ingegneri di Modena e dall’Ordine delegato al tavolo tecnico con la Regione per le problematiche del sisma.

“Chiedere lo stato di emergenza è un modo per ammettere che qualcosa non va”, spiega Platis, “ma sono questi i numeri da cui Bonaccini scappa. Sono mesi che attacca il Governo per l’alluvione in Romagna, sbandierando i suoi successi sul sisma.

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La realtà invece è un’altra. Ben 941 pratiche di edilizia privata ferme (quasi tutti condomini e grandi edifici), ancora al palo, dopo 11 anni dal terremoto, di cui 780 nel modenese e la ricostruzione pubblica non è praticamente neppure partita. Per queste ragioni, invece di scappare verso Bruxelles e sparare a zero sul Governo, dovrebbe rimanere sul territorio e rimboccarsi le maniche per aiutare realmente i cittadini e le imprese emiliano-romagnole”.

Consigliere, ma la Regione Emilia Romagna diceva già nel 2021 di aver completato al 90% gli interventi sul terremoto?

“La Regione è da maggio, nel momento in cui c’è stato l’ alluvione in Emilia Romagna che racconta all’Italia una storia che neppure i suoi sindaci sostengono”, spiega ad Affaritaliani Platis, “che tutto va bene, che tutto è finito. Purtroppo il sisma ha un coda lunga per mille ragioni tra cui quella che per ricostruire ci vuole tanto tempo. Le do il dato del privato ma le aggiungo che quello del pubblico, cioè municipi, edifici scolastici, castelli, monumenti sono lontanissimi da ogni chiusura”

E che vuol dire in numeri?

“Abbiamo estratto i dati di Open Ricostruzione, che è il sito web della Regione Emilia Romagna, dove ha i dati al 31 luglio di tutte le pratiche in essere del terremoto. Sono 780 pratiche per la provincia di Modena ma 945 per tutto il cratere, il cratere modenese è quello più importante e c’è anche il ferrarese che è molto danneggiato. E’ il dato di tutto ciò che è fermo. Le mando la foto dell’estratto con i numeri dei cantieri in corso” 

Di cosa parliamo dal più di vista edificativo?

“Di edilizia privata. Sono tutti condomini e grandi edifici. Non sono 780 persone ma 780 tra condomini ed edifici del centro storico”

E cosa implica?

”Chiudere lo stato di emergenza e non chiedere la proroga significa non avere le risorse aggiuntive ma soprattutto non poter avere i tecnici e non potere avere quelle procedure che in realtà ti permettono di saltare l’ordinario”

Ma la Regione già nel 2021 diceva il contrario…

“I cantieri di queste ultime pratiche stanno durando oltre 1400 giorni. Per legge, dopo 4 anni, sei obbligato a chiudere il cantiere. O riesci a fare la ricostruzione o sennò perdi tutti i benefici. Con i poteri straordinari del commissario il sindaco può fare un’ordinanza in deroga alla normativa per dire: è vero che sono passati 4 anni ma facciamoli finire perché per problemi materiali, gli anni del Covid, tutta una serie di problemi, hanno rallentato. Ma riesci a farlo solo se sei struttura commissariale”

Cosa chiedete?

“Di votare in tutti i Comuni del cratere in provincia e in Regione un documento che dica: in virtù di tutto quello che è successo e dello stato dell’arte, non abbiamo finito di ricostruire, chiediamo allo Stato di prorogarci di un altro anno”

Perché un solo anno?

“Perché dal 2018 c’è una normativa che prevede che lo Stato di emergenza possa essere solo annuale. L’emergenza deve avere un orizzonte limitato. Su 1746 immobili, solo 715 sono stati ripristinati. Ci sono 261 cantieri in corso, 380 da avviare, 207 in istruttoria e 115 ancora senza il progetto iniziale. A ciò si aggiungono le 68 richieste di contributo boccate dalla regione”. 

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