Soldi ai partiti da Mosca, Di Maio propone commissione d'inchiesta

Aumentano i dubbi sulla diffusione di notizie vaghe e senza nomi precisi proprio a ridosso delle elezioni politiche in Italia

Luigi Di Maio
Politica
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Di Maio: continuo aggiornamento con Usa, se novita' lo diremo

 "Come governo siamo e continueremo ad essere in continuo aggiornamento con i nostri alleati: se ci saranno novita' le diremo ovviamente". Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio tornando sulla questione dei finanziamenti russi denunciati dagli Usa. "Da tempo - ha ricordato poi il leader Di Impegno Civico - proponiamo una commissione d'inchiesta sui rapporti tra leader e partiti politici italiani e russi. E' molto importante fare chiarezza". 

Soldi ai partiti da Mosca, tutto quello che non torna sul report

Le elezioni si avvicinano sempre più e la "bomba" sganciata dagli Usa sui presunti finanziamenti dalla Russia a partiti europei fa rumore, perché non è stato ancora chiarito in maniera definitiva se tra questi Paesi beneficiari ci sia anche l'Italia. Il dossier sui 300 milioni di dollari elargiti da Mosca a venti Paesi - si legge sul Corriere della Sera - è stato confezionato qualche mese fa, quando alla Casa Bianca c’era già Joe Biden. Le informazioni e le verifiche sarebbero state affidate a funzionari del ministero del Tesoro sulla base dei dati raccolti dalla Cia ma senza coinvolgere la National Security. Sono le prime informazioni trasmesse al governo italiano per via diplomatica e di intelligence.

Un report che però - prosegue il Corriere - non scioglie il nodo cruciale sulla presenza dell’Italia nella lista degli Stati dove ci sarebbero stati partiti e uomini politici «a libro paga». La tensione in una campagna elettorale già segnata dal sospetto di interferenze straniere rimane però altissima. Nelle note informali di queste ore si specifica che il dossier non sarà consegnato ai governi stranieri perché «classificato». E questo aumenta i dubbi su modi e tempi di diffusione delle informazioni. Gli analisti ritengono che la «bomba» sganciata due giorni fa possa essere in realtà un avviso, una sorta di warning per chi vincerà le elezioni italiane rispetto all’atteggiamento da tenere nei confronti di Washington.