Spalletti ad Atreju? Fu peggio non far giocare Totti a San Siro
Spalletti e Abascal ad Atreju? Eccessive le polemiche, ma sul ct ha ragione Salvini, che bocciò il tecnico Roma per non aver fatto entrare Francesco al Meazza
Spalletti ad Atreju come Roberto Mancini
Non credo che il ct della Nazionale meriti di essere definito-come ha fatto, con ironia, Massimo Gramellini- “Spalletta nera” per aver accettato l’invito a partecipare alla Festa di Fratelli d’Italia, in programma a Roma da oggi sino a domenica.
Non suscitò polemiche l’arrivo ad Atreju di Roberto Mancini, di Jesi, nelle Marche (regione, storicamente, rossa), che fu accolto dall'entusiasmo del pubblico e di Giorgia Meloni, il cui partito era all’opposizione, nel dicembre del 2021, 6 mesi dopo la, purtroppo lontana, vittoria dell’Italia agli Europei. Come passò liscia la presenza sul palco del partito, fondato dalla Meloni, del leader comunista Fausto Bertinotti, all’epoca Presidente della Camera.
Spalletti resterà un simbolo della Nazione, anche dopo Atreju. Come allenatore, può essere criticato, come fece Matteo Salvini, definendolo un “piccolo uomo”, dopo la errata decisione dell’allora coach giallorosso di non far giocare, pochi minuti, al “Meazza”, nell’ultimo match Milan-Roma della carriera di Francesco, osannato da tutto lo stadio.
Come cittadino, è libero di pensarla, come crede, sui problemi del Paese. Non sta all’ex allenatore del Napoli difendere e garantire l’autonomia del calcio, ma (così come degli altri sport) ai Presidenti delle federazioni e del CONI, Giovanni Malagò.
Quanto alla discussa presenza del post-franchista Santi Abascal, da tempo in buoni rapporti con Meloni, il centrosinistra dovrebbe, in primis, riuscire a fare un’opposizione, rigorosa e convincente, alla maggioranza di centrodestra. Non comprendo la convenienza politica delle contumelie rivolte al leader di un movimento di destra di un Paese, la Spagna, alleato e partner, in Europa, del nostro.
Tonino Di Pietro chiederebbe: che ci azzecca ?