Speranza parla solo di Covid e vaccini. E le altre malattie? Morti di serie B?

Italiani senza medico e tempi lunghi per i test tumorali

Di Alberto Maggi
Roberto Speranza Lapresse
Politica
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Oltre 4 milioni di inviti e 2 milioni e 500mila test di screening in meno nel 2020 rispetto al 2019, che si traducono in ritardi di 5 mesi per lo screening per il tumore del collo dell'utero, di 4 mesi e mezzo per quello della mammella e 5 mesi e mezzo per lo screening colorettale. Sono dati agghiaccianti. Gravissimi. Dolorosi per le tante persone (e i loro familiari) che hanno perso la vita a causa di malattie che nulla hanno a che fare con il Covid. A tutto ciò si aggiungono altri dati altrettanto drammatici: almeno 1,5 milioni di italiani sono senza il proprio medico di fiducia. Alcuni sono costretti ad appoggiarsi a studi che hanno già il pieno di assistiti (il massimo è 1500). Altri si affidano a sostituti, altri ancora sono alla ricerca del dottore a cui affidarsi.

Eppure il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto ieri a 'Mezz'ora in più', su RaiTre, ha parlato unicamente di vaccini, coronavirus, Green Pass e terza dose. "Obiettivo del 90% ambizioso ma fattibile", "Green Pass strumento fondamentale, la curva dei contagi risale", "Vaccinare bimbi 5-12 anni? Ema deciderà entro dicembre", "Terza dose per tutti da valutare, ora i fragili"... E così via. Massimo rispetto per le vittime del Covid, i malati e le loro famiglie, ma Speranza è il ministro della Salute e non del coronavirus. Possibile che va in televisione e non dice nulla sul deficit di prevenzione di tumori? O sulla mancanza di medici di base? Le malattie meritano tutte lo stesso rispetto e francamente, in molti casi, chi ha avuto un proprio caro deceduto per cancro e problemi cardiaci o altro si sente un cittadino di serie B. Il premier Draghi, tra un sorriso con Macron, Biden e Merkel e un G20 inconcludente, non ha nulla da dire al suo ministro della Salute?