"Spread oltre 250 punti". Così Meloni ha ceduto sul Patto Ue. Inside

Patto di Stabilità, serpeggiano malumori e perplessità all'interno della maggioranza

Di Alberto Maggi
Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti
Politica

Escluso invece un intervento del Quirinale nella partita europea

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Al di là delle note ufficiali che esprimono soddisfazione per l'intesa raggiunta, sia da parte di Palazzo Chigi che della Lega, all'indomani dell'ok dell'Italia alla riforma del Patto di Stabilità serpeggiano malumori e perplessità all'interno della maggioranza. Fonti qualificate spiegano ad Affaritaliani.it che "l'Italia era rimasta isolata dopo il pre-accordo della sera precedente tra Francia e Germania" con Parigi, quindi Emmanuel Macron, che di fatto ha mollato Giorgia Meloni nonostante sembrava ci fosse un'asse Italia-Francia. Giancarlo Giorgetti, prudente ministro dell'Economia, ha lavorato fino all'ultimo per strappare il possibile, ovvero il rinvio al 2027 delle condizioni peggiori per il nostro Paese, ma la verità è che - raccontano sempre dalla maggioranza - il titolare del Mef era preoccupatissimo per possibili, probabili, terremoti sui mercati finanziari in caso di veto da parte dell'Italia.

La presidente del Consiglio domenica scorsa alla festa di Atreju, con l'intesa rinnovata con il sovranista spagnolo Santiago Abascal leader di Vox, sembrava pronta a fare la guerra all'Europa. Ma poi è stata costretta a fare retromarcia su richiesta anche dello stesso Giorgetti. Il timore vero era quello, sempre secondo fonti del Centrodestra, di far "schizzare lo spread oltre i 250 punti nel giro di pochi giorni" con costi elevatissimi per gli interessi sul debito pubblico e sui titoli di Stato. E così, obtorto collo, Meloni è stata costretta a cedere e ad ascoltare i consigli del draghiano e moderato Giorgetti. Escluso invece un intervento del Quirinale nella partita europea. Secondo quanto raccontano nei Palazzi romani del potere, viste le tensioni sul premierato, in questa fase "nemmeno c'è dialogo tra il Colle e Palazzo Chigi". Insomma, per dirla con le parole di un deputato centrista di lungo corso "Meloni strilla tanto ma poi cede sempre". E anche questa volta è accaduto così. 

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