Spy story Sangiuliano-Boccia? ipotesi di complotto: la risposta potrebbe essere la guida della Regione Campania

Il nome dell’ex Ministro era il più gettonato come candidato Presidente, per cui qualcuno starà pensando: uno fuori!

di Annalisa Imparato, Sostituto Procuratore della Repubblica
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Politica

Il proverbio che dice “L’uomo si comanda sui vizi e non sulle virtù”, è storicamente una verità oramai cristallizzata

 

L'errore più grande che un investigatore possa fare nel corso delle indagini è quello di soffermarsi sul singolo particolare che, spesso, può far perdere il quadro d'insieme e non arrivare così alla soluzione del caso.

La spy story Boccia-Sangiuliano sembra essere un noir dalle tinte gialle, sempre più intricato e complesso, dove la posta in gioco non è detto che fosse rappresentata unicamente dalla famigerata consulenza poi revocata.

Non si può negare che già in passato il nome dell'ex Ministro sia stato storicamente associato a una possibile candidatura alla Presidenza della Regione Campania e, negli ultimi mesi, in molti hanno sentito questo nome risuonare in pole position ancora una volta.

La guida di una Regione è molto più importante di quanto si possa pensare, perché se credessimo che un Ministro conti e gestisca molto, un Presidente, o un Assessore Regionale lo fa ancora di più.

In qualsiasi luogo di potere, anche all'interno della stessa famiglia, spesso sorgono gelosie e interessi, e il proverbio che dice “L’uomo si comanda sui vizi e non sulle virtù”, è una verità ormai consolidata.

Esistono sempre, in tutti i settori, colleghi più esperti, con uno stile di vita spesso al limite, e anche in politica è così: chi va con lo zoppo impara a zoppicare e dunque la risposta è evidente.

Alcuni erroneamente pensano che, una volta arrivati al potere, siano baciati da Afrodite, la dea della bellezza, la quale li ha inondati di fascino, al punto che donne avvenenti -che mai si sarebbero affiancate a loro nemmeno per un caffè- cadono ai loro piedi alla sola vista.

Così assistiamo ciclicamente al potente di turno che compare sui giornali affiancato alla subrettina in declino in cerca di un salvagente, ma questi sono campanelli d'allarme di un virus che precede la mezzanotte.

Negli ultimi anni la crisi del sistema ha una lettura abbastanza semplice: i giocatori che hanno portato una squadra da una serie minore alla massima serie, non è detto che abbiano le caratteristiche per giocare in Serie A, altrimenti si rischia la retrocessione.

Tutti hanno riconosciuto le indubbie qualità di Spalletti come Ct, ma quest'ultimo non aveva i giocatori e l'Italia infatti è stata eliminata. Ad oggi, il Commissario tecnico ha dovuto cambiare le convocazioni, venendo comunque assolto dalla nazione che ne ha riconosciuto le altissime qualità, dandogli un'altra possibilità.

La spy story Boccia-Sangiuliano ha dunque il sapore di una lotta tutta campana dove la posta in gioco è alta, ma i giocatori -non avendo frequentato adeguati settori giovanili, primavere, o allenatori finiti male-, rischiano di non avere le caratteristiche giuste. E ora si stanno delineando gli schieramenti prima della battaglia: uno è già fuori!

Il Ct potrebbe decidere di puntare sui giovani, mandando in tribuna i senatori a vita o i presunti neo-statisti -giovani, ma che ne hanno già fatte troppe-, ma il problema in una terra caratterizzata da un elevato indice di criminalità organizzata è: di chi fidarsi?



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