Stop carne sintetica, i dubbi di Mattarella. Firma sulla legge a rischio

Il Quirinale vuole valutare attentamente quel testo che espone il Paese a sanzioni da parte di Bruxelles. Possibile una lettera di rilievi o una bocciatura

di redazione politica
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Sergio Mattarella
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Stop carne sintetica, Mattarella valuta che fare. Il Parlamento voterà la legge in settimana

Il Dl Lollobrigida sul divieto di produrre carne sintetica in Italia sta per diventare legge, il testo verrà votato dal Parlamento in settimana. Ma c'è qualcuno che quel provvedimento non l'ha gradito perché espone il Paese a una procedura d'infrazione da parte dell'Europa. Si tratta di Sergio Mattarella, il Quirinale - si legge su Repubblica - ha parecchi dubbi su questa riforma. Per la destra è una battaglia identitaria, una bandiera del nazionalismo gastronomico. "No alla carne sintetica", proclamano da mesi con scelta lessicale spregiativa rispetto al più neutro "carne coltivata". Il traguardo è vicino: il divieto di produzione e vendita diventerà legge, con il voto finale della Camera. Un testo di soli sette articoli, firmato dai ministri Francesco Lollobrigida e Orazio Schillaci, proibirà di produrre, consumare e mettere in commercio cibi e mangimi generati a partire da colture cellulari.

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Primo Paese al mondo, l’Italia, a far scattare il blocco assoluto, ancor prima - prosegue Repubblica - che qualcuno in Ue avvii la produzione, prima che l’Unione europea l’autorizzi. Sergio Mattarella non ha ancora esaminato il testo, spiegano dal Colle. Lo farà dopo il via libera definitivo del Parlamento, quando sarà chiamato a promulgare la legge. Ma una riflessione è in corso da parte degli uffici giuridici della presidenza della Repubblica. Quale il problema? Che il provvedimento tanto caro alla destra rischia di porsi in contrasto con il diritto internazionale e le regole europee. Il governo lo sa, ma si è rifiutato di inserire nel ddl un richiamo esplicito alla prevalenza degli obblighi derivanti per l’Italia dall’appartenenza all’Ue. Il richiamo è implicito, sostengono gli uffici legislativi dell’esecutivo. Avanti tutta, dunque: le norme approvate a luglio al Senato sono state blindate alla Camera, con la bocciatura di tutti gli emendamenti in commissione. Potrebbe arrivare una lettera con i rilievi del Colle o addirittura la mancata firma del testo, con il rinvio in Parlamento.