Svuotacarceri, uno su dodici libero in 24 ore. Indulto mascherato: gli effetti
L'ex capo del Dap Sebastiano Ardita: "Una norma-fiasco. In due anni rientrerebbero in prigione ancora più criminali"
Svuotacarceri, Ardita stronca la misura: "Liberare chi non rinnega la sua appartenenza mafiosa è una sconfitta per lo Stato"
Il renziano Roberto Giachetti in Commissione Giustizia ha presentato una norma "svuotacarceri", la discussione su questo disegno di legge è in corso, ma c'è già chi parla di indulto mascherato. Con questa misura - riporta Il Fatto Quotidiano - fino a 5.080 detenuti, uno ogni 12, uscirebbero dal carcere dalla sera alla mattina. E tra loro fino a 777 condannati per i reati più gravi: mafia, terrorismo, tratta di esseri umani, schiavitù, violenza sessuale di gruppo. A illustrare i numeri è stato Felice Maurizio D’Ettore, il nuovo Garante nazionale dei detenuti: dalla relazione emerge come siano, appunto, oltre cinquemila le persone con pena residua pari o inferiore a otto mesi, cioè i potenziali interessati a questo provvedimento.
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Sebastiano Ardita, l'ex direttore del Dap, boccia la misura: "Regalare la libertà - dice Ardita a Il Fatto - a chi non rinnega la propria appartenenza mafiosa, è una sconfitta non solo per la credibilità dello Stato rispetto alle vittime dei reati, ma anche per la prospettiva costituzionale di una pena che aiuti le persone a cambiare. In sostanza a partire dal 1º gennaio 2016 - prosegue Ardita - chi era già detenuto avrà 15 giorni in più al semestre di liberazione anticipata, rispetto ai 45 di cui aveva già fruito. Questo comporta che chi sta in carcere da otto anni avrà – dall'oggi al domani e senza nessuna particolare ragione – uno sconto di pena pari a otto mesi, di cui potrà fruire immediatamente. Se la pena che gli resta da scontare è più breve uscirà immediatamente. E dunque è un indulto e non è neppure troppo mascherato. Sono norme-fiasco, in due anni rientrerebbero in carcere ancora più criminali".