Tabarelli si auto-candida con il Cdx: le smanie per il potere dell'energy-star

Il prezzemolino mediatico, considerato ormai come il Bassetti o il Galli dell'energia, potrebbe anche sembrare un ambientalista di sinistra, ma così non è...

Di Giuseppe Vatinno
Politica
Condividi su:

Davide Tabarelli vuole fare il ministro? Le smanie per il potere dell'energy-star laureato in economia

Davide Tabarelli è una figura che comincia ad essere nota in Italia perché è un vero e proprio prezzemolino mediatico che ci ritroviamo dappertutto. È un po’ come il dio degli gnostici: alzi un sasso e Tabarelli e lì sotto. Osservi la bellezza del tramonto e Tabarelli compare sullo sfondo. Guardi la chiarezza di un mare incontaminato e nel fondo compare la faccia con barbone mefistofelico di Tabarelli che ti osserva sghignazzando. Non che il fenomeno fosse nuovo. Tutt’altro. Tabarelli è solo l’evoluzione delle Covid-Star o, in questi tempi di variegate pestilenze, dei virus-star.

Diciamo che ne rappresenta la continuità fattuale e sostanziale. Insomma Tabarelli è il Bassetti o il Galli dell’energia per intenderci. Il suo recente iperattivismo sta però facendo pensare e a pensare male si fa peccato ma quasi sempre ci si prende, come diceva Giulio Andreotti. In questa nostra Italia priva di contenuti, e fondamentalmente mediatica, essere teletrasportati nel salotto di casa tramite il mezzo televisivo è una possibilità non da poco e diviene il trampolino di lancio di molti, l’occasione della loro vita.

Basta essere l’uomo giusto al momento giusto, come si diceva una volta. E Tabarelli così sta cercando di fare. Presidente di Nomisma Energia, con sede a Bologna, ha da sempre orbitato, ideologicamente e professionalmente, in zona Romano Prodi, uno dei fondatori di Nomisma e leader del centro-sinistra, due volte presidente del Consiglio e ministro. Ha collaborato a lungo come consulente con il Ministero dell’Ambiente ai tempi di Corrado Clini prima dirigente e poi ministro, occupandosi di fonti rinnovabili (!) nell’ambito del Protocollo di Kyoto.

La particolarità di Tabarelli è che con la sua aria trasandata alla tenente Colombo sembra un ambientalista di sinistra, ma non lo è. Recentemente ha dichiarato: “Poi si è aggiunta la questione Russia. Le radici sono lontane, però. L’ambientalismo antindustriale a sinistra ha avuto il sopravvento sulla critica al sistema capitalistico in senso stretto tipica del vecchio partito comunista. Io ho avuto una piacevole discussione con un esponente dei Verdi pochi giorni fa. Vivono nel loro mondo”.

E poi ancora: “Enrico Letta è stato ministro dell’Industria nei primi anni Duemila. Ha firmato le prime direttive gas. Ma dopo 22 anni lo vedo poco attento alle questioni industriali. Da qui nasce anche la 'distrazione europea' espressa dalla von der Leyen e da Timmermans. Per non parlare degli ambientalisti al governo in Germania”.

Ma come? Tabarelli ha fatto parte per anni proprio del think-tank ambientalista dell’Arel guidato dall’attuale segretario del Pd Enrico Letta e fondato dal suo maestro Beniamino Andreatta e parla così? Ah è proprio vero che la gratitudine è il sentimento del giorno prima. In realtà, come sanno bene tutti gli addetti i lavori, l’interesse di Tabarelli è per il carbone in particolare e gli idrocarburi in generale, non disegnando il nucleare.

Non è che pure lui come il suo “collega” Matteo Bassetti ha fatto cattivi pensieri, magari tra una piadina e l’altra, e si è immaginato già incoronato al dicastero di via Cristoforo Colombo, sorreggendo con la sinistra una lampadina e con la destra il Sole che ride che nasconde il carbone che piange?

Perché di questi tempi malsani c’è da aspettarsi di tutto. Se così fosse la Meloni stia attenta che di finti ambientalisti, fino a poche ore prima di sinistra, è lastricata la via dell’inferno. Ah, per tagliare la testa al toro, Tabarelli non ci capisce niente di energia dal punto di vista tecnico, è infatti laureato in economia, ma in Italia il minestrone è il piatto nazionale e in un Paese di orbi che c’ha un occhio solo è un falco.