Tasse, 1.000 euro in più per chi guadagna 50.000 euro all'anno. Esclusivo: ecco il nuovo fisco dal 2025

Il taglio dell'Irpef dal 35 al 33% fino a 60mila euro costa 2,5 miliardi

Di Alberto Maggi
(fonte  pixerpay)
Politica

Per quanto riguarda le risorse... Le varie ipotesi in campo


Aliquota giù dall'attuale 35% fino al 33. Due punti in meno di tassazione per gli stipendi, settore pubblico e privato, dei lavoratori dipendenti. Fonti ai massimi livelli della maggioranza spiegano ad Affaritaliani.it che le Cassandre dei giornali vicini alla sinistra non vanno ascoltate e che il governo sta lavorando seriamente a una consistente riduzione della pressione fiscale per una platea decisamente più ampia (fino a 60mila euro di reddito all'anno) rispetto a quella degli scorsi anni, quando il taglio dell'Irpef si era fermato a 35mila euro annui di reddito.

La misura, spiegano dal Centrodestra, costa circa 2,5 miliardi di euro ed è un'operazione sulla quale c'è il massimo impegno sia di Palazzo Chigi sia del ministero dell'Economia, in sintonia con i due vicepremier Salvini e Tajani. Facciamo un esempio per capire come potrebbe cambiare il fisco dal 2025. Oggi chi ha un reddito annuo di 50.000 euro pagando il 35% di aliquota versa nelle casse dello Stato 17.500 euro mentre con l'aliquota al 33% il prelievo da parte dello Stato scenderebbe a 16.500 euro.

E quindi il "guadagno" in busta paga per un lavoratore con 50.000 euro all'anno di stipendio lordo sarebbe di 1.000 euro annui in più in busta paga. Certamente un 'boost' per l'economia che, nelle intenzioni del governo, serve anche a rilanciare tutto il sistema economico e commerciale. Più soldi nelle tasche dei cittadini vuol dire più soldi da spendere e quindi un ritorno per lo Stato anche in termini di Iva.

Le risorse? Il governo sta ragionando su una sforbiciata a quella miriade di bonus rimasti negli anni che molte categorie ancora usufruiscono ma che in realtà sono benefit che possono essere eliminate senza creare particolari danni. Poi c'è la possibilità di una riapertura del concordato fiscale, una sorta di nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, e l'ipotesi di un tavolo con banche, assicurazioni e multiutility dell'energia per un contributo concordato - senza alcuna contrapposizione - per aiutare il sostegno alla crescita economica, alle famiglie e anche alle imprese, soprattutto quelle medio-piccole.




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