Tarfusser: "Carriere separate? Contentino inutile. Non frena le correnti"

Il disegno di legge sulla separazione delle carriere atteso in Consiglio dei ministri. Parla Cuno Tarfusser, ex pm candidato con Azione

di Eleonora Perego
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 CUNO TARFUSSER
Politica

Giustizia/ Cuno Tarfusser parla con Affari: "Carriere separate? Contentino inutile. La riforma non mette neppure un freno alla correntocrazia nel Csm"

Il disegno di legge sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri è stato approvato in Consiglio dei ministri, con l'ambizioso obiettivo di arginare il fenomeno delle correnti interne alla magistratura e ristabilire l’“indipendenza e l’autonomia” dei magistrati, tra l'altro già prevista in Costituzione. 

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Un tassello della riforma della giustizia tanto atteso quanto divisivo, con l’Associazione Nazionale Magistrati fermamente contraria a “uno strumento che potrebbe essere agitato come strumento di ritorsione e minaccia nei confronti della magistratura”.

Il governo si è presentato al Quirinale con un dossier più “soft” sul punto rispetto a quanto prospettato, che punta sulla istituzione di due distinti Csm presieduti dal Capo dello Stato, i cui membri saranno eletti con “sorteggio secco”. Ieri, infatti, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, hanno sottoposto il testo all'attenzione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e incassato il via libera del Quirinale.

Ma la soluzione dell’Esecutivo non convince Cuno Tarfusser, sostituto procuratore della Corte d'appello di Milano e conosciuto dal grande pubblico per la presentazione dell'istanza di revisione che potrebbe riaprire il processo sulla strage di Erba. "Non sono nè favorevole nè contrario alla separazione delle carriere, ma questa non è una riforma della giustizia” commenta con Affaritaliani.it il magistrato, oggi candidato alle Europee con "Azione" di Carlo Calenda. “E’ piuttosto un contentino da dare a più parti politiche, ma che non cambia il funzionamento della giustizia come la percepisce il cittadino. Anzi, non avrà proprio alcun riflesso sulla vita degli italiani, sia che siano imputati, parti civili...”.

Tarfusser è critico anche sull’utilità della separazione delle carriere in relazione all’indipendenza della magistratura: “L’indipendenza e l’autonomia sono nella testa del magistrato. Si possono avere rapporti di vicinanza con gli avvocati e con i giudici anche con carriere separate”. E aggiunge: “La riforma non c’entra niente neppure con il fenomeno delle correnti, che disistimo e definisco ‘correntocrazia’. Ma anche a carriere separate è indubbio che non sarebbe vietato avere correnti che uniscano quanto diviso dalla legge. Trovo irritante questo modo di legiferare”.