Teatro di Roma, De Fusco nominato dg. Comune escluso e cda spaccato

I membri del cda scelti da Mibac e Regione Lazio nominano da soli Luca De Fusco

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Politica

Blitz da destra sul Teatro di Roma, De Fusco dg col Campidoglio assente

Luca De Fusco è il nuovo direttore generale del Teatro di Roma, nominato dal Cda della Fondazione con due componenti indicati dalla Regione e uno dal ministero della Cultura, assenti il presidente Francesco Siciliano e la consigliera del Comune di Roma Natalia di Iorio. Ma ci sono diverse polemiche politiche, con l'opposizione che parla di "blitz della destra".

Come spiega Repubblica, "il regista Luca De Fusco è diventato direttore generale in un blitz che si consuma in poche ore. Con quello che viene definito da dem e 5 stelle «un colpo di mano politico». La nomina era nell’aria da una settimana: lunedì scorso, il consiglio di amministrazione si è riunito per la valutazione dei curriculum (ne erano arrivati 42) e in particolare di quelli dei tre finalisti. I manager culturali Onofrio Cutaia, Marco Giorgetti e appunto De Fusco. Nomine sponsorizzate - come sempre, va detto - dalla politica: Cutaia era il prediletto del Pd e del Comune di Roma, istituzione che finanzia il Teatro di Roma con 6,5 milioni l’anno ed è proprietaria dei teatri Argentina, India e Torlonia gestiti dalla fondazione. De Fusco era sponsorizzato dal presidente della commissione Cultura Federico Mollicone, longa manus meloniano nel settore. Ma su di lui c’è anche l’iniziale benedizione di Gianni Letta, ancora plenipotenziario forzista negli affari romani. Salvo poi ritirarsi quando la partita si è fatta delicata, anzi esplosiva. Non fosse altro per il buon rapporto che l’ex sottosegretario berlusconiano vanta col sindaco Gualtieri. Il primo cittadino quando si consuma lo strappo è furente. E non fa nulla per nasconderlo".

"Una riunione invalida", protesta subito Siciliano, spiegando di averla "formalmente sconvocata", mentre l'opposizione bolla la nomina come "ennesimo episodio di occupazione, da parte della destra, dei luoghi della cultura". Insorge anche il Campidoglio: "Nel giorno in cui il Presidente della Repubblica lancia un monito contro il pensiero unico nella cultura dalla destra arriva un inquietante segnale che deve suonare da allarme per quelli che hanno a cuore il pluralismo e il senso delle istituzioni", l'ira del sindaco Roberto Gualtieri. "Nessuna forzatura, riunione legittima", replica Federico Mollicone, responsabile cultura e innovazione di Fdi.