Terzo mandato, Toti guida la rivolta: "Si rischia lo scontro istituzionale"

“C’è chi siede in Parlamento dalla caduta del Muro. Probabili ricorsi alla Corte costituzionale"

Politica

Toti guida la crociata sul terzo mandato dei governatori

"C'è un gigantesco cortocircuito politico in una Repubblica dove i parlamentari contrari ad ulteriori mandati per governatori e sindaci talvolta siedono in Parlamento da prima della Caduta del Muro di Berlino e sono nominati dai partiti. Dove non ci sono limiti per il premier o per i ministri e addirittura il Presidente della Repubblica può ripetere il mandato e si vanno a limitare cariche elettive scelte direttamente dai cittadini". Giovanni Toti si scaglia contro le regole sul terzo mandato in un'intervista a La Stampa, in cui paventa un possibile "scontro istituzionale".

"Il Titolo quinto della Costituzione prevede che gli statuti e le leggi elettorali siano competenza esclusiva delle Regioni, la legge del 2004 prevede espressamente che i principi e le linee guida debbano essere raccolti dai territori. Io penso che sia giusto che decidano i territori: in Veneto Zaia sta facendo il terzo mandato perché la legge è cambiata mentre lui stava facendo il primo. E lo stesso varrebbe per la Liguria, che ha cambiato la legge nel 2020: l’eventuale terzo mandato di Toti scatterebbe dal 2030 quindi la questione del limite giuridico non si pone", dice sempre Toti a La Stampa.

Toti dice che sono "probabili ricorsi alla Corte costituzionale, conseguenze anche per il Pnrr” e lancia un appello: "Spero che il centrodestra ci ripensi. E non per il destino di Giovanni Toti, che si vedrà a tempo debito. Ma per evitare anni di contenziosi e una frattura centro-periferia tra un Parlamento di rappresentanti scelti dai partiti e una periferia di sindaci, consiglieri, governatori che hanno un rapporto costante con l’elettorato".

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