Tim, "Cdp salga a maggioranza". Su Affari l'intervista ad Angelo Tofalo (M5s)

Tim, Tofalo (M5s): il Golden power? "Possibilità da prendere in considerazione, anche se sarebbe auspicabile in futuro avere strategie da adottare ex ante"

di Paola Alagia
Angelo Tofalo Lapresse
Politica
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Tim, Tofalo (M5s): “Cdp salga alla maggioranza e si dia vita ad nuova service company che promuova almeno il 50% di tecnologia italiana”. Il futuro management? “Sia valutato sui risultati, subito un passo indietro se questi non arrivano”

In attesa di conoscere le prossime mosse sulla vicenda Tim, dopo la manifestazione d’interesse presentata dal fondo americano Kkr, l’ex sottosegretario alla Difesa e deputato del Movimento cinque stelle Angelo Tofalo non ha dubbi: “Sulle telecomunicazioni occorre un approccio internazionale”. Mentre sul caso specifico, intervistato da Affaritaliani.it, dice subito: “L’Esecutivo governi il processo, si crei una nuova service company che promuova almeno il 50% di tecnologia italiana”.

Tofalo, nella vicenda Tim, lei dunque è a favore di un ritorno dello Stato alla guida dell’azienda?
Assolutamente sì. Su Tim, come su altri importanti dossier, ribadisco, è tempo che l’Italia torni ad adottare un approccio internazionale. Cassa depositi e prestiti salga alla maggioranza, si crei subito uno spin-off della rete, si faccia fusione con Open Fiber e si dia vita ad una nuova 'service company' che promuova almeno il 50% di tecnologia italiana.

Perché Cdp e non direttamente il Tesoro?
Le telecomunicazioni sono un settore strategico. Cassa depositi e prestiti giovedì prossimo presenterà il nuovo piano. Al di là della convenienza economica, Cdp ha già un ruolo istituzionale, con il 9,81 per cento delle azioni, che si proietta soprattutto sulla tutela della rete.

Il Governo dovrebbe esercitare il Golden power?
È una possibilità da prendere assolutamente in considerazione, anche se sarebbe auspicabile in futuro avere strategie da adottare ex ante. È fondamentale in questa fase che l’Esecutivo governi il processo, assicurando la migliore protezione degli interessi nazionali e degli asset che sono colonna portante di crescita, dello sviluppo e del progresso tecnologico del nostro Paese.

 Valuta buona l’idea di Draghi di istituire un super comitato sulle telecomunicazioni?
E’ positiva se costituito di tecnici che avranno come stella polare il solo interesse nazionale. No a salotti autoreferenziali che vanno a generare soltanto ulteriore rumore di fondo.

Quale rischio vede per la sicurezza nazionale?
Un rischio elevatissimo. Come si evince infatti dalla Relazione annuale al Parlamento della nostra Intelligence, le risultanze della ricerca informativa, relative al settore delle Tlc, hanno fatto emergere le articolate strategie di attori esteri interessati a penetrare e consolidare la propria presenza nel mercato italiano.

I sindacati, intanto, temono per i posti di lavoro. Sono preoccupazioni fondate?
Faccio una considerazione. Dal 1998 - data della privatizzazione - ad oggi siamo passati da un valore di 3,22 euro ad azione a 0,34 euro. In futuro il management sia valutato sui risultati, subito un passo indietro se questi non arrivano. Se tutti insieme decidessimo davvero di puntare sui settori strategici, come quello delle Tlc, rafforzando quindi il nostro Paese, mi creda se le dico che creeremmo posti di lavoro in numero tale da non riuscire a trovare risorse umane in quantità sufficiente.