Pd-Art.1, Timbro: "Pochi posti per noi nel listone di Letta, non ci sto"

"Che senso ha entrare come 'cofondatori' in una lista, piazzando solamente quattro persone in posizione eleggibile?"

di Filippo Calascibetta
Politica
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Elezioni 2022: ancora polemiche sul listone “Pd – Italia democratica e progressista”

 

Sono ore decisive e di tensione quelle di oggi, lunedì 22 agosto, i partiti devono presentare entro le 20.00 di questa sera le liste per le elezioni del 25 settembre. Nel centro-sinistra è sorta però una polemica, l'ennesima. La protagonista è la deputata siciliana Maria Flavia Timbro di Articolo 1, che con un post pubblicato su Facebook nelle ultime ore ha espresso la sua indignazione per i candidati del partito in cui milita, i quali dovrebbero essere all’interno del listone “Pd – Italia democratica e progressista”. A parere dell’onorevole si tratta di un numero troppo risicato quello che riguarda i candidati che dovrebbero rappresentare Articolo 1 nella lista aperta del Pd, alla quale hanno preso parte anche Elly Schlein, i socialisti di Enzo Maraio, Demos – Democrazia Solidale, Repubblicani europei e il partito guidato da Roberto Speranza per l’appunto.

Ecco cosa ha scritto la deputata Timbro: “Ho trascorso più di vent’anni a fare politica fuori dalle istituzioni e a quanto pare continuerò a farlo. Il 4 agosto in occasione della direzione nazionale di Articolo 1 che avrebbe dovuto votare la rosa dei nomi dei candidati da consegnare al segretario del PD, Enrico Letta, ho rassegnato - in accordo con gran parte del partito siciliano - la mia indisponibilità a candidarmi nel listone unitario, Pd - Italia democratica e progressista. Non ho e non abbiamo condiviso lo spirito con il quale si è condotta questa operazione politica che, temo, si rivelerà miope ed autoreferenziale. Non ho e non abbiamo compreso quale sarà la prospettiva politica che il 26 settembre attenderà il nostro partito, Articolo 1, che ha scelto di non ascoltare i propri iscritti e i propri territori non presentando una propria lista, ma confluendo in una lista unica della quale è 'cofondatore', facendo correre appena 4 candidati in posizione eleggibile nella lista PD - Italia democratica e progressista, abdicando di fatto al proprio ruolo e determinando quella che più che un’alleanza elettorale appare come una vera e propria annessione partitica”.

Dunque, con questa lettera aperta scritta dalla deputata, nonché una dei maggiori esponenti di Articolo 1 in Sicilia, si percepisce il malcontento da parte sua e, da quanto si legge, anche da parte di altri membri del partito. Questo potrebbe essere un ulteriore segnale che anticipa una possibile scissione per la forza politica guidata dal ministro della Salute Roberto Speranza. Ma, potrebbe anche essere il segnale che le elezioni politiche del prossimo mese siano semplicemente una corsa a due, ossia PD e Fratelli d’Italia al momento, cioè i due partiti con più forza, uno scontro con due protagonisti assoluti quindi: Letta e Meloni; tutti gli altri servono per racimolare voti.

A tal proposito ecco che continua la Timbro nel suo post, annunciando ufficialmente il suo forfait ed esprimendo la sua contrarietà: “La politica, a mio avviso, non si può e non si deve fare in questo modo. Non si può parlare di composizione delle liste senza parlare di progetti politici, non si può parlare di posizionamenti senza parlare di persone, di comunità, di territori. La nostra è una piccola comunità, certo, ma è una comunità coerente e radicata, una comunità che si è resa punto di riferimento credibile per il nostro territorio e che, per questo, cinque anni fa è riuscita ad eleggere un suo deputato. Un deputato degno certamente, ma calato dall’alto".

"Oggi, quella modalità di selezione dei rappresentanti si ripete, il sistema verticistico di composizione delle liste ha tolto di nuovo a questa città l’opportunità di avere un suo esponente a Montecitorio. Una scelta ingiusta e priva di prospettiva politica alla quale io, noi, non intendiamo più prendere parte. Questo modo di fare politica distante dai cittadini e dai territori non appartiene alla nostra cultura e a quella della nostra comunità. Per questa ragione, senza alcuna polemica, ma con amarezza e spirito fortemente critico, non prenderò parte a questa competizione elettorale. Io a queste condizioni non gioco. Preferisco restare dalla parte della gente, dalla parte degli elettori e delle elettrici che sempre più spesso- e a ragione - si sentono distanti dalla politica e dai partiti. A queste condizioni, preferisco restare a condurre le mie battaglie porta per porta, strada per strada, provando a cambiare le regole di un gioco che soffoca i dirigenti per fare spazio al ceto politico”.

Nessuna risposta è arrivata da parte di altri membri di Articolo 1 dopo il post pubblicato dalla Timbro. Però, c’è da precisare che già a inizio mese vi è stata una raccolta firme a cui hanno preso parte circa 261 militanti del partito, con la quale hanno espresso la contrarietà di prendere parte alla lista del Partito Democratico, ma ciò non ha fatto cambiare idea e programma ai vertici di Articolo 1 evidentemente.