Toti sulla crisi energetica: "Serve una transizione ecologica, senza utopie"
Il Presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo! ospite del nostro webinar
"Siamo stati poco prudenti con la Russia? Forse sì, ma col senno di poi è facile dirlo..."
Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria, è l’ospite del nuovo webinar del ciclo organizzato dall’Avvocato Luca Favini dello studio Ghedini-Longo, in collaborazione con affaritaliani.it. Anche in quanto fondatore di Cambiamo!, Toti ha parlato sia di argomenti legati alla sua Regione che di temo che riguardano tutto il Paese, come la crisi energetica. Un problema dal quale, a suo avviso, si potrà uscire solamente con una molteplicità di interventi: “Bisogna agire su più fronti. Non c’è una risposta univoca, per un problema complesso”.
Giovanni Toti invita a “lasciare perdere l’utopia” e concentrarsi su soluzioni concrete: “Penso a Tenda Rossa, a campi petroliferi che abbiamo chiuso, a giacimenti da riavviare perché un tempo considerati non competitivi e che oggi guardiamo con occhi diversi, agli accordi che il Governo sta cercando di raggiungere con Qatar, Nigeria, Tunisia e Algeria, agli investimenti Eni sull’Egitto…”.
Giovanni Toti ha inoltre parlato di un piano di transizione ecologica, ma più prudente di quello lanciato qualche anno fa: “Se la Germania chiude col carbone nel 2030, un sistema economico più fragile come il nostro deve stare attento a scelte generose, ma forse insostenibili. Tutti si riempiono la bocca parlando di rinnovabili, ma non si tiene conto dei vincoli che ci sono per certe installazioni, come quelle delle pale eoliche. Bisogna saper fare delle scelte e accettarne anche i sacrifici. Ho visto bocciare l’inceneritore di Roma, ma l’inceneritore brucia rifiuti e produce energia”.
Sulla dipendenza energetica dalla Russia, Giovanni Toti ha osservato: “Oggi è facile parlare di errori rispetto ai rapporti con la Russia, ma diversi anni fa lo scenario internazionale era molto diverso da quello di oggi, influenzato da molteplici fattori. Al momento era sembrato ovvio rivolgersi a una nazione che sembrava meno ostile. Oggi, col senno di poi, le cose appaiono diverse, anche se forse c’è stata qualche mancanza di prudenza”.
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