Travaglio e Feltri attaccano: "Occupiamo le case di Ilaria Salis e Fratoianni"
Il direttore del Fatto e l'editorialista de Il Giornale criticano le affermazioni della deputata di Avs: "Se si occupa una casa sfitta la si toglie al racket"
Ilaria Salis, la risposta di Travaglio e Feltri sul tema dell'occupazione delle case
Ilaria Salis, la neo eurodeputata eletta con Avs, è tornata sul discorso dell'occupazione delle case popolari, in merito al suo presunto debito di 90mila € con l'Aler, l'ente che gestisce per il comune di Milano quelle abitazioni. "Chi entra in una casa disabitata - dice Salis in un lungo post su Instagram - prende senza togliere a nessuno, se non al degrado, al racket e ai palazzinari. La neoeletta eurodeputata al Parlamento europeo per Avs spiega con numeri alla mano (e riportandone la fonte) che "a Milano le case popolari sfitte sono più di 12mila", di cui oltre cinquemila del Comune e oltre settemila di Aler, numero che considerando la città metropolitana sale a 15 mila. "Dunque un quinto delle case popolari non è assegnato". La risposta a queste affermazioni arriva da due importanti firme del giornalismo, si tratta del direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio e dall'editorialista de Il Giornale Vittorio Feltri.
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Travaglio risponde così al leader di Avs Nicola Fratoianni, che appoggiava il pensiero di Salis: "Occupare case non sia reato". Questa la risposta di Travaglio: "Se ci dà l'indirizzo, cominciamo dalla sua". Feltri si concentra invece sull'abitazione di Ilaria Salis "Voglio concedere a Salis il beneficio del dubbio, glielo dobbiamo. Mettiamola alla prova. Proviamo dunque - dice Feltri in risposta a un lettore - a occupare la dimora monzese della famiglia Salis e vediamo se ci accoglierebbero facendoci spazio con i bagagli per lasciarci più comodi e agevolarci oppure se babbo e figlia chiamerebbero le forze dell'ordine, nonostante la signorina sembri allergica alla divisa, a quanto risulta dai suoi precedenti e dalle condanne pregresse. Anzi, è probabile che l'onorevole ci prenderebbe a cazzotti, pratica - sostiene Feltri - a cui pare incline, proprio perché per questi democratici la roba altrui si può toccare, la propria non può essere giammai sfiorata".