Trump può risolvere le due guerre. Gli italiani: meglio Donald di Biden
Più da Trump che da Biden può arrivare una soluzione spiazzante e anticonvenzionale
Usa, una eventuale vittoria di Trump verrebbe valutata dagli italiani con pragmatismo e persino con una certa aspettativa positiva
L’elezione del prossimo presidente degli Stati Uniti d’America è un evento di importanza mondiale, su cui a mano a mano si concentrerà anche l’opinione pubblica italiana. In termini di percezioni e di atteggiamenti, come si collocano gli italiani rispetto ai due grandi sfidanti, ossia Joe Biden e Donald Trump?
A oggi, i nostri concittadini sembrano avere opinioni variegate e ambivalenti sul personaggio di Donald Trump come possibile prossimo presidente degli Stati Uniti. Partiamo dalle ricerche demoscopiche. Secondo alcuni sondaggi elaborati da SWG per TgLa7, la maggior parte degli italiani in realtà non voterebbe né Joe Biden né Donald Trump alle elezioni presidenziali USA. Il 23% degli intervistati ha indicato Joe Biden come candidato preferito, mentre praticamente la stessa percentuale ha scelto Donald Trump. Tuttavia, il 54% degli intervistati ha dichiarato che non voterebbe nessuno dei due candidati. Per quanto concerne poi la percezione degli sfidanti, rispetto a ottobre 2020 la fiducia nei confronti di Joe Biden è diminuita dal 52% al 22%, mentre la fiducia in Donald Trump è rimasta più o meno invariata, oscillando attorno al 20-21 per cento.
Nonostante le opinioni contrastanti, alcuni aspetti positivi vengono attribuiti a Donald Trump come presidente. Alcuni italiani apprezzano la sua politica economica, inclusi i tagli fiscali e una certa deregolamentazione. Il focus sull’America, consistente nel fatto che Trump ha spesso enfatizzato l’interesse nazionale americano, non dispiace a molti italiani che vorrebbero, anche per il nostro Paese, una politica maggiormente sovranista (ossia focalizzata sulla protezione e sullo sviluppo appunto dei nostri interessi nazionali).
Ma, soprattutto, in politica estera la sua precedente amministrazione aveva cercato di rinegoziare accordi commerciali e di affrontare anche in termini innovativi alcune questioni internazionali (per esempio, il rapporto con la Russia e persino quello con la Corea del Nord). Oggi, con il mondo coinvolto in ben due contesti di guerra, quella in Ucraina che si è ormai cronicizzata e quella a Gaza che sembra avviata sulla stessa strada, e con l’attuale presidente Joe Biden che non sembra avere una reale capacità né propulsiva né persuasiva sulle parti in conflitto (né nello scenario europeo né in quello mediorientale), la figura di Donald Trump, con il suo approccio non convenzionale ai problemi, con la sua ritrosia a farsi coinvolgere in operazioni militari all’estero, viene vista come un possibile “sparigliatore di carte”.
Fra le preoccupazioni degli italiani, le conseguenze degli scenari di guerra hanno un ruolo tutt’altro che marginale, e il fatto che più da Trump che da Biden possa arrivare una soluzione spiazzante e anticonvenzionale costituisce un indubbio elemento di propensione nei suoi confronti. Magari non dichiarata, magari vissuta con ambivalenza e quasi a malincuore, ma comunque propensione. Non abbastanza per dire che gli italiani sperano proprio in Trump, ma abbastanza per sostenere che una sua eventuale vittoria verrebbe valutata con pragmatismo e persino con una certa aspettativa positiva.