Ucraina, Meloni e la Lega sempre più lontane. La premier promette più armi, il Carroccio non ci sta

Governo profondamente diviso su un tema chiave di politica internazionale

Di Alberto Maggi
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Per Meloni "è il momento di incrementare il nostro sforzo". L'Italia toglierà il divieto a Kiev di colpire in Russia? La Lega non lo accetterebbe mai

Emergono chiare e nette le divisioni all'interno della maggioranza sul sostegno all'Ucraina di Zelensky. La premier Giorgia Meloni, intervenendo in collegamento da Roma al summit di sostegno all'Ucraina in corso a New York (guadagnandosi il ringraziamento dell'uomo forte di Kiev), ha affermato: "Gli ucraini ci ricordano cosa significa combattere per la libertà. E' un valore da proteggere se vogliamo riportare la pace in Europa. Abbiamo fatto tutti la nostra parte e ora è il momento di incrementare il nostro sforzo e la dichiarazione di oggi, promossa dalla Presidenza italiana del G7, va in questa direzione".

La frase "è il momento di incrementare il nostro sforzo" si traduce, ci sono pochi giri di parole, in un ulteriore invio di armi all'Ucraina e forse, tutto da valutare, un cambiamento di rotta sul no (finora confermato sia da Meloni sia dai ministri Tajani e Crosetto) all'uso degli armamenti forniti dal nostro Paese per colpire in territorio russo.

Peccato che proprio ieri, commentando il 'Piano della vittoria' di Zelensky annunciato all'Onu, su Affaritaliani.it, il capogruppo al Senato della Massimiliano Romeo, fedelissimo di Matteo Salvini, abbia usato parole molto diverse da quelle della presidente del Consiglio. "Delusione per il piano Zelenski che sembra più un piano per allargare la guerra che quello per raggiungere una pace. La cautela di molti attori internazionali occidentali, inclusi gli Stati Uniti, evidenziano come non si stia andando nella giusta direzione. La guerra è a uno stallo e i margini di conquiste territoriali con le armi sono ai minimi. È il momento di far tacere i cannoni e di usare la diplomazia per far sedere i belligeranti allo stesso tavolo. L'Italia e l'Europa siano le protagoniste per aprire una nuova fase di stabilizzazione e di pace di un territorio che ha troppo sofferto in questi anni", ha detto Romeo.

In sostanza, il Carroccio considera la posizione di Kiev come una ricerca di ampliare il conflitto, con tutti i rischi del caso viste le minacce dell'uso di armi atomiche da parte di Mosca, e chiede all'Italia e all'Europa di aprire il dialogo e di sostenere gli sforzi diplomatici per arrivare alla pace. D'altronde il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture aveva detto qualche giorno che se finisse la "maledetta" guerra Ucraina-Russia l'Italia volerebbe dal punto di vista della crescita economica.

Quindi il tema non sono solo le vittime civili e militari e il rischio escalation ma anche gli interessi nazionali dell'Italia, in particolare economici. Peccato che la premier abbia promesso a Zelensky, d'accordo con Joe Biden, di aumentare gli sforzi per sostenere, implicitamente anche dal punto di vista militare, Kiev nel conflitto. Appunto, due visioni nettamente divergente su un fronte caldissimo di politica estera.





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