Ucraina-Russia, Vannacci (Lega): "Un negoziato è sempre più necessario: ora!"

Ucraina-Russia, Crippa (Lega): "Con altre armi dalla Nato rischio escalation, serve un canale diplomatico". Romeo: "L'Ue dovrebbe lodare Orban"

Di Alberto Maggi
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Roberto Vannacci
Politica

Su Affaritaliani.it tre big della Lega criticano la decisione della Nato di aumentare ulteriormente le armi all'Ucraina

 

"L'atteggiamento verso il conflitto ucraino non cambia e quindi sarà difficile che possa cambiare la situazione che vede le truppe russe attestarsi sempre più solidamente all'interno dei confini ucraini. Tanto più che la cessione di armi all'Ucraina da parte dei paesi dell'UE ha poca incidenza pratica sulle sorti del conflitto". Con queste parole Roberto Vannacci, eurodeputato della Lega e vice-presidente del gruppo dei Patrioti al Parlamento europeo, commenta con Affaritaliani.it l'aumento degli aiuti militari all'Ucraina decisi dalla Nato.

"Fino a che non si profonderà ogni sforzo per il raggiungimento di una negoziazione di pace tra Russia e Ucraina continuerà guerra, distruzione, morte e povertà - come peraltro avvenuto in questi ultimi 2 anni senza alcun risultato tangibile a favore dell'Ucraina - e l'Europa pagherà più di ogni altro attore internazionale le conseguenze di questo conflitto. Le recenti visite internazionali di Orban hanno dimostrato che l'Europa può ancora avere un ruolo attivo nella ricerca di questo negoziato di pace. La pace giusta, come chiamata da qualcuno, non esiste nella storia dell'umanità che si è basata solo sulla pace dei vincitori. Il grandissimo rischio è che la ricerca spasmodica e ossessiva di questa pace dei vincitori non ci porti alla catastrofe globale. Un negoziato è sempre più necessario: ora!", conclude Vannacci.


Ucraina, Crippa (Lega) ad Affaritaliani.it: "Più armi dalla Nato innalza il rischio escalation. Serve il dialogo con Mosca"


"In questo momento aumentare gli aiuti militari all'Ucraina da parte della Nato non fa altro che innalzare il rischio di un'escalation militare e di un coinvolgimento diretto nel conflitto Russia-Ucraina dell'Alleanza atlantica". Lo afferma parlando con Affaritaliani.it il vice-segretario della Lega Andrea Crippa. "La Lega ha sempre sostenuto lealmente il sostegno a Kiev, in quanto Paese aggredito, ma ora serve aprire un dialogo e un canale diplomatico con Mosca per arrivare almeno a un cessate il fuoco. Serve un de-escalation anche per arginare i danni economici della guerra che ha colpito moltissime aziende e famiglie europee e italiane. La Lega auspica che si seguano le parole di Papa Francesco e che si apra un canale diplomatico per arrivare almeno a un cessate il fuoco".



Ucraina, Romeo (Lega) ad Affaritaliani.it: "L'Ue dovrebbe lodare iniziative come quelle di Orban"



"Un conto è investire nella difesa perché significa investire anche in sicurezza per il nostro Paese. Non dimentichiamoci del fronte sud dell’Europa con tutti i problemi del Nord Africa legati soprattutto a rischio immigrazione, usata come arma ibrida, e terrorismo da parte di attori ostili. La premier Meloni fa bene a dare la disponibilità del nostro Paese anche per far sì che l’Italia conti di più all’interno dell’Alleanza Atlantica in modo tale da tutelare gli interessi nel Mediterraneo allargato", afferma ad Affaritaliani.it il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo.

"Sul fronte guerra in Ucraina in senso stretto l’Italia potrebbe proporre, come abbiamo detto recentemente in Aula, di essere garante, insieme ai più importanti paesi alleati, della sicurezza e della ricostruzione dell’Ucraina in modo tale da avvicinarci alla pace. Del resto ormai è chiaro che una guerra che nessuno può vincere se non si vuole farla durare all’infinito, con tutte le conseguenze che ciò comporta in termini di morti e di spese per armamenti, l’unica strada può essere solo la diplomazia e la ricerca di una tregua. Molti paesi europei anziché stracciarsi le vesti per chi tenta delle mediazioni come sta facendo Orban dovrebbero lodare certe iniziative. Piaccia o non piaccia bisogna parlare con stati belligeranti se si vuole raggiungere almeno una tregua. Poche sono le guerre che finiscono con la resa incondizionata", conclude Romeo.