Ue, decisivo il voto francese. Se vince Le Pen, Ursula a destra con Meloni
Se invece alle elezioni legislative francesi Macron tiene, sarà di nuovo maggioranza Ppe-S&D-liberali (più i Verdi)
Ursula von der Leyen tratta in prima persona ma attende l'esito del voto in Francia
La situazione per le nomine a Bruxelles e a Strasburgo è "intricatissima" per usare l'espressione di un meloniano doc. La presidente del Consiglio da un lato vuole mantenere la promessa fatta agli elettori di non governare con la sinistra e dall'altro non vuole restare tagliata fuori dai giochi.
Per questo motivo è furiosa con Olaf Scholz ed Emmanuel Macron che già al G7 in Puglia hanno posto le basi per una nuova maggioranza Ursula - Popolari, Socialisti e Democratici, liberali allargata ai Verdi -, escludendo le destre, ma è vero anche che la presidente della Commissione uscente alla ricerca della riconferma sa perfettamente che sia il Cancelliere tedesco sia il presidente francese sono usciti con le ossa rotte dalle elezioni europee e il loro potere di incidere sugli equilibri Ue è decisamente diminuito.
Ieri ad Affaritaliani.it Antonio Tajani, segretario di Forza Italia e membro del Ppe, il principale gruppo nella nuova EuroCamera e che dà le carte, ha rilanciato l'idea della maggioranza che nel 2017 lo portò alla presidenza del Parlamento europeo ovvero Popolari, liberali e Conservatori. "E' difficile, ma tentar non nuoce", ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri. La verità - spiegano ad Affaritaliani.it sia fonti vicinissime alla premier sia fonti del Partito Democratico e di Forza Italia - è che nulla verrà deciso prima dell'esito delle elezioni legislative in Francia (primo turno il 30 giugno e secondo turno il 7 luglio). Tanto la prima riunione del nuovo Parlamento Ue sarà solo a metà luglio.
Se nonostante l'avanzata alle Europee del Rassemblement National di Jordan Bardella e Marine Le Pen e l'accordo con un pezzo di post-gollisti (non Nicolas Sarkozy), Macron avrà ancora la maggioranza all'assemblea nazionale di Parigi, magari con un'intesa con altre forze di centro e di centrosinistra, a quel punto si andrà dritti verso il bis di Ursula con la formula degli ultimi cinque anni che di fatto esclude, non solo la Lega di Matteo Salvini (questo è ovvio) ma anche il gruppo Ecr di Fratelli d'Italia.
E in questo caso trovare un commissario italiano gradito alla maggioranza del Parlamento Ue sarà difficilissimo e servirà certamente un tecnico prestigioso come Elisabetta Belloni, Fabio Panetta o Roberto Cingolani. Ma se alle elezioni francesi dovesse prevalere la destra (forte dell'appoggio dei media del gruppo guidato da Vincent Bolloré), ipotesi che non si può affatto escludere stando ai sondaggi, con Bardella o Le Pen primo ministro e Macron anatra zoppa (mutuando un'espressione tipica degli Stati Uniti d'America) a quel punto Von der Leyen sposterebbe l'asse della sua maggioranza verso destra e quindi si potrebbe concretizzare quell'ipotesi fatta da Tajani.
Certo non sarà facile ma tutto dipenderà dall'agenda e dal programma. Se Ursula sta con S&D e Verdi, avanti con il green deal e le politiche ultra-ambientaliste. Altrimenti, se si sposta a destra dopo il voto per l'assemblea nazionale francese, sarà da rivedere completamente il programma come chiesto proprio da Meloni. Le trattative vanno avanti nelle stanze segrete di Bruxelles ma tutti, in testa Ursula, attendono di capire come si esprimeranno i francesi prima di prendere una decisione definitiva sui nuovi equilibri politici ai vertici dell'Ue.