Ue, FdI: "Il bis di Ursula? Non è affatto scontato". Draghi 'out'. Intervista
Parla Carlo Fidanza, Capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo
"Mi piacerebbe che il governo italiano potesse ottenere un portafoglio economico di peso, da assegnare a un Commissario di natura politica, espressione legittima del primo partito della maggioranza"
Carlo Fidanza è Capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Ue e punto di riferimento dei Conservatori europei guidati da Giorgia Meloni. Fidanza risponde alle domande di Affaritaliani.it sui prossimi equilibri di potere e sulle nomine nelle istituzioni Ue dopo il voto del 9 giugno 2024. Tutto pronto per il von der Leyen bis o dobbiamo aspettarci sorprese? "Io penso sia sempre sbagliato mettere il carro, in questo caso la presidenza della Commissione, davanti ai buoi, ovvero le elezioni europee. Il prossimo 9 giugno i cittadini si esprimeranno e il loro voto conterà. Non basta un nome per fare una Commissione: dopo le scorse europee il Ppe era il primo partito e il suo candidato presidente era Manfred Weber. Per una serie di veti incrociati Weber saltò e venne trovato l’accordo su Ursula. Nel voto di fiducia in aula i gruppi della sua maggioranza erano talmente spaccati che fu decisivo il sostegno di partiti come il M5S, gli ungheresi di Orban e i nostri amici polacchi del PiS per farle raggiungere i voti necessari. Dopo quel voto si è consolidata la vera e propria “maggioranza Ursula” con popolari, socialisti, liberali e l’appoggio non dichiarato dei Verdi. Ne è nata una Commissione a trazione sinistra, caratterizzata dallo scellerato Green Deal di Timmermans. Negli ultimi mesi la musica è cambiata, quella maggioranza nei fatti non esiste più e io non credo a una riedizione tale e quale nel prossimo mandato".
Però Meloni e Von der Leyen sembrano andare d’amore e d’accordo… "Innanzitutto spetta al Ppe decidere se puntare ancora su Von der Leyen o no. A noi conservatori di ECR spetta un altro compito: prendere più voti possibili per provare a cambiare la maggioranza e l’agenda politica dei prossimi cinque anni. Dopodiché Giorgia Meloni ha costruito rapporti seri e cordiali con tutti i leader europei e internazionali, di qualsiasi colore politico, nell’interesse dell’Italia. Ha convinto Ursula della necessità di agire con più fermezza contro l’immigrazione irregolare e la tratta di esseri umani, l’ha portata a Tunisi e a Lampedusa e Von der Leyen é stata seria nel tenere fede agli impegni anche quando la sinistra la attaccava. Da qui a dare per scontato un bis, tanto più col nostro sostegno, ce ne corre. Si sa che dove ci sono le sinistre non c’è FdI. La domanda che nessuno si pone, ma che rimane la più importante, é: cosa dovrà fare la prossima Commissione? A questa domanda risponderanno gli elettori e il giorno dopo si comincerà a ragionare, con l’Italia sicura protagonista", spiega Fidanza.
Se le dico Mario Draghi? L’interessato ha già fatto filtrare una netta smentita, quindi stiamo parlando di fantasie giornalistiche. Personalmente non sono mai stato un fan della cosiddetta “agenda Draghi”. Detto questo, il prestigio di Draghi non è in discussione ma da solo non basterebbe, come non è bastato quando ha guidato il governo italiano, vittima delle contraddizioni della sua maggioranza innaturale. Siamo sotto Natale e, se dovessi esprimere un desiderio, mi piacerebbe che il governo italiano potesse ottenere un portafoglio economico di peso, da assegnare a un Commissario di natura politica, espressione legittima del primo partito della maggioranza. Succede così ovunque, non si vede perché non debba accadere anche in Italia".
Estorcergli i nomi dei papabili è impossibile, anche se i profili che girano sono sempre gli stessi. Per ora Fidanza racconta l’ipotesi di un Commissario politico (che farebbe tramontare Draghi) come un suo desiderio ma, si sa, il luogotenente meloniano a Bruxelles non parla mai a caso.