Ue, Ppe spaccato, Weber contro l'Ursula-bis C'è la carta Metsola
Giochi complessi per la futura guida della Commissione europea
Il ruolo di Meloni nella partita dell'esecutivo Ue
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La corsa alla Presidenza della Commissione europea sta diventando più avvincente di “House of Cards”, scrive il sito internet Dagospia.
Ursula Von der Leyen è al momento in pole position per la riconferma. I sondaggi mostrano un’avanzata delle destre in tutta Europa, ma una sostanziale tenuta dell’alleanza tra popolari, socialisti e liberali, unica possibilità per una maggioranza. A sabotare i sogni di gloria di Ursula è il rischio di una spaccatura all’interno del PPE.
Spaccatura che si è materializzata allo congresso che ha incoronato la cofana bionda tedesca frontrunner dei popolari: in quell’occasione è emersa un’area di dissenso nei suoi confronti più che consistente, il 25% dei delegati si è astenuto dal voto o ha votato contro di lei.
Altro segnale di indebolimento sono le inaspettate critiche all’ex ministro della Difesa tedesca da parte di Matteo Renzi, considerato un paggetto del presidente francese, Emmanuel Macron. Se i liberali, che della maggioranza Ursula sono parte integrante, iniziano a cannoneggiarla, qualcosa non torna, scrive sempre Dagospia.
Bisogna tener presente poi che il presidente del Ppe, Manfred Weber, sta aspettando da cinque anni il momento opportuno per vendicarsi di essere stato uccellato a un metro dalla presidenza della Commissione, per volontà del tandem Macron-Merkel. La sua rivalsa potrebbe arrivare silurando Ursula.
A caldeggiare le ambizioni di Weber c’è il suo caro amico, Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri italiano è mosso da un simile desiderio di vendetta: è stato lui, per anni considerato l’uomo di raccordo tra il centrodestra italiano e Bruxelles, a presentare Ursula a Giorgia Meloni. In poco tempo, il buon rapporto tra le due bionde lo ha oscurato: le due, coltivando una collaborazione diretta, a suon di viaggi e missioni congiunte, lo hanno accantonato.
Sentendosi scavalcato, Tajani ora vuole togliersi un sassolone dalla scarpa: affossare il bis di Ursula per piazzare al suo posto il caro amico Manfred. L’ex monarchico ha ritrovato negli ultimi mesi smalto e convinzione grazie ai buoni risultati elettorali di Forza Italia, dei quali si sta vantando in Europa prendendosene i meriti. Come a dire: vedete quanto so’ bravo.
Nel caso in cui il Partito popolare si spaccasse con un’ala a favore di Manfred Weber, Ursula Von der Leyen potrebbe andarsi a prendere i voti che le servono per la rielezione dai Conservatori di Giorgia Meloni.
Andasse in porto questa operazione, la premier tornerebbe in auge facendo pesare il suo ruolo determinante. Ma per sedersi al tavolo che conta a Bruxelles, dovrebbe in ogni caso accontentare il Partito popolare facendo la tanta rinviata professione di antifascismo a cui soprattutto i popolari tedeschi tengono moltissimo.
Se lo scontro Weber-Von der Leyen portasse il Ppe in un vicolo cieco, c’è sempre la carta Metsola: la presidente del Parlamento europeo.